Berta, la leggenda, Monica Bauletti. Settembre 2017, Pubblicato con Pubme.me e il patrocino della Rivista letteraria TERZO MILLENNIO. ISBN 9788871633787 - Copertina flessibile: 206 pagine € 12,00

È uscito il nuovo romanzo di Monica Bauletti dal titolo “Berta, la leggenda”. Dopo la pubblicazione del Thriller "Attacco agli Illuminati" e il sentimenti "L'Amica più preziosa" (editi da Libromania - DeA/Newton) ha pubblicato in questi giorni il suo ultimo lavoro cambiando ancora genere e prponendoci uno storico.
Montegrotto terme - Padova, (informazione.it - comunicati stampa - editoria e media) Il Romanzo prende spunto dalla leggenda di Berta che fila, patrona del comune di Montegrotto Terme, e racconta la storia della regina Bertha di Savoia e del difficile periodo storico teatro delle lotte per le investiture e del personale attrito tra Enrico IV e papa Gregorio VII, e del conseguente declino del Sacro Romano Impero, senza trascurare episodi quali l’umiliazione di Canossa, il Sacco di Roma e altri delitti meno noti che invece danno precisi connotati al periodo buio che fu il basso medioevo. Il racconto viaggia su più binari, oltre al filone storico e leggendario, la narrazione è vivacizzata da intermezzi che alleggeriscono il peso storico e riportano il lettore al presente. Due voci narranti, infatti, passeggiando nel tratto della pista ciclabile dell’anello dei Coli Euganei che da Montegrotto arriva a Praglia, si raccontano, descrivono il paesaggio e rivangano la storia che ha condotto la regina Bertha di Savoia a incontrare Berta la filatrice e a donarle la terra che poteva contenere nel filo del rocchetto che le portava in dono in segno di gratitudine per la grazia ricevuta.
Scrivono del libro:

“Il modello manzoniano del romanzo storico come «componimento misto di storia e invenzione» continua ad essere operativo – felicemente operativo – nella letteratura italiana e non solo. Ne costituisce un limpido attestato Berta, la leggenda di Monica Bauletti, dove il racconto di eventi capitali del basso Medioevo trova una inedita canalizzazione narrativa attraverso l’innesto, nel flusso diegetico, di documenti storici e/o epistolari, ma soprattutto attraverso la geniale compresenza e/o alternanza sulla pagina di un presente edonistico, turistico, postmoderno e di un passato feudale, tragico, doloroso, religioso, unificati in una comune prospettiva di agognata felicità.
Il punto di forza del romanzo della Bauletti è costituito proprio dalla singolarissima struttura, in cui trovano un’agevole, insolita convivenza: a) un narratore etero diegetico di primo grado che racconta in terza persona la Fabula iniziale e la Fabula finale; b) un narratore omodiegetico di primo grado (una donna, moglie innamorata); c) un narratore omodiegetico di secondo grado (un uomo, il marito innamorato), che dialoga con la moglie. nel corso di una passeggiata in una amena località dei colli Euganei; d) un narratore eterodiegetico di secondo grado (lo stesso marito che racconta alla moglie, in terza persona, le storie parallele di Berta, popolana vissuta in quei luoghi nel Medioevo, e di Bertha di Savoia, Regina e Imperatrice del Sacro Romano Impero, nell’undicesimo secolo)” Giuseppe Rando (Università di Messina)

“La Bauletti, raro talento di scrittrice nata, arricchita dalle letture dei grandi dell'Ottocento (russi, francesi e inglesi) e dei grandi italiani del Novecento, è dotata di una inedita genialità creativa che riesce a trasformare in racconto anche le "sciabolate luminose sulle placide acque del lago", con rara resa poetica anche di stilemi e lessemi. L'eccezionale e coinvolgente suo modo di narrare non può essere collocato in correnti culturali codificate, ma riuscendo a commistionare una storia vera e una personale storia d’amore, nato e cresciuto magicamente come un'orchidea nella totale desertificazione del nostro tempo, senza più dei credibili, ma effimeri, indica a chi non conosce la vera sostanza del battito del cuore, e soprattutto ai giovani che rimangono in bilico sull'orlo del burrone, nella vana attesa di una salvifica e calorosa mano.
Cammina con chiarezza e sicurezza sui sentieri obbligati della storia e dei sentimenti contrattuali e quegli inserti dialogici tra emittente apparentemente narratore neutro e ricevente, sussultante di fronte all'arido fluire di tempi e dei sentimenti della voce femminile dialogante, rovescia le rigide regole matrimoniali medievale e intride di moderno sentire del cuore, uscendo, al tempo giusto del racconto, a esprimere sue esigenze affettive lasciandosi risucchiare dalle armoniose voci della bellezza e dolcezza del tramonto”. Carmelo Aliberti (poeta e critico letterario)

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