L’inibitore dell’integrasi dell’HIV elvitegravir di Gilead a somministrazione monogiornaliera si dimostra tanto efficace quanto raltegravir a somministrazione bigiornaliera ...

Elvitegravir è sottoposto al momento a riesame da parte degli enti normativi competenti in Europa e negli Stati Uniti
WASHINGTON, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere)

Gilead Sciences, Inc. (Nasdaq: GILD):

L’inibitore dell’integrasi dell’HIV elvitegravir di Gilead a somministrazione monogiornaliera si dimostra tanto efficace quanto raltegravir a somministrazione bigiornaliera nell’arco di due anni di trattamento in un’importante studio di Fase III

Gilead Sciences, Inc. (Nasdaq: GILD) ha annunciato in data odierna i risultati derivati da una sperimentazione clinica di Fase III durata due anni che dimostrano la non inferiorità dell’inibitore dell’integrasi elvitegravir somministrato una volta al giorno rispetto a raltegravir somministrato due volte al giorno nei pazienti con infezione da HIV precedentemente sottoposti a trattamento. I suddetti risultati saranno presentati oggi in una sessione orale (Compendio n. TUAB0105) durante la IXX Conferenza Internazionale sull’AIDS (AIDS 2012) tenuta a Washington, D.C.

“I pazienti con infezione da HIV sopravvivono ora più a lungo e occorrono pertanto continuamente nuove opzioni terapeutiche, soprattutto terapie che siano efficaci contro i ceppi del virus che hanno sviluppato resistenza alle terapie attualmente disponibili”, ha spiegato il dottor Richard Elion, Direttore del reparto Ricerca clinica presso Whitman-Walker Health, nonché sperimentatore principale dello studio. “In questo studio, elvitegravir ha esibito un’efficacia e una tollerabilità simili a quelle di raltegravir nella popolazione formata da pazienti difficili da trattare”.

Nella sperimentazione in oggetto (Studio 145), i pazienti hanno assunto elvitegravir o raltegravir, ove entrambi sono stati somministrati in combinazione con una terapia di fondo includente un inibitore della proteasi potenziato con ritonavir e un altro agente antiretrovirale. Dopo 96 settimane di trattamento, il 48 per cento dei pazienti che assumevano elvitegravir ha raggiunto e mantenuto un livello di RNA dell’HIV (carica virale) inferiore a 50 copie/ml, rispetto al 45 per cento registrato nel gruppo di pazienti che assumevano raltegravir, in base all’algoritmo del tempo trascorso fino alla perdita della risposta virologica (Time to Loss of Virologic Response, TLOVR) dell’FDA (popolazione ITT [Intent-to-Treat, Intenzione di trattamento]; intervallo di confidenza del 95 per cento per la differenza: da -4,6 a +9,9 per cento; il criterio predefinito per la non inferiorità corrispondeva a un limite inferiore di un intervallo di confidenza a due code del 95 per cento del -10 per cento).

Il numero di eventi avversi, di ritiri dovuti a eventi avversi e di sviluppo di resistenza sono risultati simili in entrambi i bracci di trattamento, sebbene gli episodi di diarrea di grado 2-4 siano risultati più frequenti nei pazienti trattati con elvitegravir (13 per cento) rispetto ai pazienti trattati con raltegravir (8 per cento) (p=0,02).

In data 27 giugno 2012, Gilead ha depositato presso l’FDA una domanda di autorizzazione alla commercializzazione per elvitegravir. Elvitegravir è inoltre sottoposto al momento a riesame da parte dell’agenzia europea preposta al controllo dei farmaci (European Medicines Agency).

I risultati principali derivati dallo Studio 145 sono stati annunciati in data 9 dicembre 2011.

Informazioni sullo Studio 145

Lo Studio 145 è una sperimentazione clinica di Fase III randomizzata (1:1), in doppio cieco, double-dummy e con controllo attivo, intesa a determinare l’efficacia e la sicurezza di elvitegravir (n = 354) rispetto a raltegravir (n = 358), ciascuno somministrato in concomitanza con una terapia di fondo potenziata con ritonavir. Allo studio in oggetto sono stati iscritti pazienti con infezione da HIV precedentemente trattati con un livello di HIV RNA (carica virale) pari o superiore a 1.000 copie/ml che dovevano esibire resistenza virale documentata e/o essere stati trattati per almeno sei mesi con due o più classi diverse di agenti antiretrovirali prima dell’arruolamento.

I partecipanti alla sperimentazione hanno ricevuto elvitegravir (150 o 85 mg) somministrato una volta al giorno o raltegravir (400 mg) somministrato due volte al giorno. Le terapie di fondo dei pazienti sono state basate sui risultati dei test di resistenza e includevano un inibitore della proteasi potenziato con ritonavir pienamente attivo e un secondo agente che poteva essere un inibitore nucleosidico o nucleotidico della trascrittasi inversa, etravirina, maraviroc o enfuvirtide. A causa di interazioni farmacocinetiche note, ai pazienti trattati con elvitegravir il cui inibitore della proteasi somministrato come terapia di fondo era atazanavir o lopinavir è stata somministrata una dose di 85 mg di elvitegravir.

Nel gennaio del 2011 Gilead aveva annunciato che avrebbe esteso il periodo randomizzato e in cieco dello Studio 145 dalle 48 settimane inizialmente previste a 96 settimane allo scopo di ottenere dati a più lungo termine relativi alla sicurezza e all’efficacia. Essendo stato raggiunto l’endpoint di non inferiorità alla settimana 48, i pazienti hanno continuato a essere sottoposti al regime terapeutico cui erano stati randomizzati in cieco fino alla settimana 96. Gli endpoint secondari includono diverse misure aggiuntive dell’efficacia, della sicurezza e della tollerabilità dei due regimi di trattamento.

Alla baseline, il livello medio di HIV RNA nei bracci elvitegravir e raltegravir corrispondeva rispettivamente a 4,35 log10 copie/ml e 4,42 log10 copie/ml. La conta media dei linfociti CD4 per i bracci elvitegravir e raltegravir corrispondeva a rispettivamente 227 cellule/mm3 e 215 cellule/mm3 .

L’aumento medio del numero dei linfociti CD4 alla Settimana 96 corrispondeva a 205 cellule/mm3 per i pazienti trattati con elvitegravir e a 198 cellule/mm3 per i pazienti trattati con raltegravir. Il tasso di fallimento virologico è risultato simile nei due bracci di trattamento: il 26 per cento nei pazienti trattati con elvitegravir e il 29 per cento nei pazienti trattati con raltegravir. Dei pazienti randomizzati, il 7 per cento in ciascun braccio ha sviluppato mutazioni associate a resistenza agli inibitori dell’integrasi.

Gli eventi avversi di Grado 2-4 più comuni verificatisi in una percentuale dei pazienti pari o superiore al 5 per cento in entrambi i bracci di trattamento sono stati diarrea, mal di schiena, depressione, bronchite, infezione delle vie respiratorie superiori, sinusite, artralgia, nausea e infezione delle vie urinarie. L’incidenza di tali effetti avversi è risultata simile in entrambi i bracci di trattamento, eccezion fatta per gli episodi di diarrea che si sono osservati con maggior frequenza nel braccio di pazienti trattati con elvitegravir (p = 0,02).

Il tre per cento dei pazienti trattati con elvitegravir e il 4 per cento dei pazienti trattati con raltegravir hanno interrotto la terapia a causa di eventi avversi. L’incidenza di eventi avversi gravi è risultata simile in entrambi i bracci di trattamento. Gli eventi avversi gravi più comuni accusati da tre o più pazienti in entrambi i bracci di trattamento erano: polmonite, cellulalgia, idee suicide, dispnea, bronchite, dolore al torace ed epatite.

Le anomalie di laboratorio (di grado 3-4) osservate nel 5 per cento o più dei pazienti in entrambi i bracci di trattamento erano: bilirubina totale, AST, ALT, GGT, amilasi, chinasi della creatinina, colesterolo totale ed ematuria. La frequenza delle anomalie di laboratorio è risultata simile in entrambi i bracci di trattamento, eccezion fatta per le anomalie epatiche di grado 3-4 che sono state riscontrate con maggior frequenza nei pazienti assumenti raltegravir (7 per cento GGT; 5 per cento ALT; 6 per cento AST) rispetto a elvitegravir (3 per cento GGT; 2 per cento ALT; 2 per cento AST) con valori P pari o inferiori a 0,05 per tutti i test di funzionalità epatica.

Informazioni aggiuntive sullo studio sono disponibili sul sito www.clinicaltrials.gov.

Informazioni su Elvitegravir

Gli inibitori dell’integrasi interferiscono con la replicazione dell’HIV bloccando la capacità di integrazione del virus nel materiale genetico delle cellule umane. Elvitegravir è stato concesso in licenza a Gilead da Japan Tobacco Inc. (JT) nel marzo del 2005. Nell’ambito dei termini del contratto tra Gilead e JT, Gilead detiene i diritti esclusivi allo sviluppo e alla commercializzazione di elvitegravir a livello globale, a esclusione del Giappone, dove tali diritti sono detenuti da JT. Elvitegravir è anch’esso un componente del regime monocompressa Quad.

Informazioni sul regime Quad

Il regime Quad contiene elvitegravir, cobicistat (un agente farmaceutico potenziatore o “booster” che consente la somministrazione monogiornaliera di elvitegravir) e Truvada® (emtricitabina/tenofovir disoproxil fumarato). Nell’ottobre del 2011 Gilead ha depositato una domanda di approvazione di un nuovo farmaco presso l’ente statunitense preposto al controllo dei farmaci e degli alimenti (Food and Drug Administration, FDA) per il regime Quad per il trattamento dell’infezione da HIV. L’FDA ha fissato al 27 agosto 2012 la data per il riesame di Quad ai sensi della legge statunitense Prescription Drug User Fee Act (PDUFA).

Il regime Quad, elvitegravir e cobicistat sono prodotti sperimentali e non ne sono ancora state determinate la sicurezza e l’efficacia negli esseri umani.

Informazioni su Gilead Sciences

Gilead Sciences è un’azienda biofarmaceutica impegnata nella scoperta, nello sviluppo e nella commercializzazione di terapie innovative in aree della medicina in cui sussistono lacune da colmare. La missione aziendale consiste nel promuovere l’avanzamento delle cure di pazienti affetti da malattie potenzialmente letali in tutto il mondo. Gilead, la cui sede generale è ubicata a Foster City, California, opera nell’America del Nord, in Europa e nella regione Asia-Pacifico.

Dichiarazioni rilasciate a titolo di previsione

Il presente comunicato stampa contiene delle dichiarazioni di previsione secondo il significato attribuito a tale espressione dalla legge statunitense Private Securities Litigation Reform Act del 1995 che comportano rischi, incertezze e altri fattori, tra cui il rischio che gli enti normativi competenti possano non approvare elvitegravir o il regime Quad e che le autorizzazioni alla commercializzazione, se concesse, possano imporre dei limiti significativi relativamente alle indicazioni d’uso. Pertanto, elvitegravir e il regime Quad potrebbero non essere mai commercializzati. Per di più, Gilead potrebbe decidere per motivi strategici di interrompere lo sviluppo di elvitegravir o del regime Quad se, a titolo di esempio, dovesse ritenere che la commercializzazione sarebbe ardua in rapporto ad altre opportunità offerte dal portafoglio aziendale. I risultati effettivi potrebbero discostarsi in maniera sostanziale da quelli riportati nelle dichiarazioni di previsione in considerazione di tali rischi, incertezze e altri fattori. Si avvisano i lettori di non fare affidamento sulle presenti dichiarazioni di previsione. I suddetti e altri rischi sono descritti in termini particolareggiati nella relazione trimestrale di Gilead contenuta nel Modulo 10-Q riferita al trimestre conclusosi il 31 marzo 2012, che è stata depositata presso l’ente statunitense Securities and Exchange Commission. Tutte le dichiarazioni di previsione sono basate sulle informazioni attualmente a disposizione di Gilead, la quale non si assume alcun obbligo riguardo all’aggiornamento di tali dichiarazioni.

Informazioni esaustive sulla prescrizione di Truvada negli Stati Uniti sono disponibili all’indirizzo www.Truvada.com.

Truvada è un marchio commerciale registrato di Gilead Sciences, Inc.

Per maggiori informazioni su Gilead Sciences, visitare il sito web della società www.gilead.com,oppure seguire Gilead su Twitter (@GileadSciences) o chiamare l’ufficio Relazioni Pubbliche di Gilead ai numeri 1-800-GILEAD-5o 1-650-574-3000.

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