La Corte Costituzionale fornisce la possibilità di vie legali contro i crimini di guerra

La Consulta, con la sua coraggiosa presa di posizione a tutela dei diritti umani – afferma il Presidente dell’ANVCG Avv. Giuseppe Castronovo - fa del nostro Paese un fulgido esempio di civiltà giuridica e di Stato di diritto nel senso più pieno ed alto.
Roma, (informazione.it - comunicati stampa - varie) L’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra ha accolto con grande entusiasmo e profonda condivisione la decisione della Corte Costituzionale pubblicata stamane in relazione alla nota e dolorosa vicenda che ha visto per lunghi anni numerose vittime di crimini di guerra nazisti ed i loro eredi impegnati in una estenuante battaglia giudiziaria per vedere riconosciuti i propri diritti.

La decisione - che interviene a distanza di due anni dalla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia che aveva sostanzialmente sposato le tesi affermate dalla Germania in materia di immunità degli Stati - ritiene incostituzionali le norme che impediscono alle vittime di gravi crimini ed ai loro eredi di agire in giudizio contro la Germania.

La Consulta, con la sua coraggiosa presa di posizione a tutela dei diritti umani – afferma il Presidente dell’ANVCG Avv. Giuseppe Castronovo - fa del nostro Paese un fulgido esempio di civiltà giuridica e di Stato di diritto nel senso più pieno ed alto.

La riaffermata possibilità di adire le vie giudiziarie per coloro che hanno patito gli effetti più nefasti del secondo conflitto mondiale, oltre ad essere un importante segnale di giustizia storica, segna il primato indiscusso dei valori fondamentali della nostra Costituzione.

Già in passato, in numerose occasioni, la più autorevole giurisprudenza italiana ha affermato che il limite che segna l’apertura dell’ordinamento italiano all’ordinamento internazionale è costituito dal rispetto dei principi fondamentali e dei diritti inviolabili dell’uomo di cui la nostra Costituzione è vigile sentinella.

In tale quadro, dunque, va senz’altro escluso che atti quali la deportazione, i lavori forzati e gli eccidi, ovvero crimini contro l’umanità compiuti da uno Stato sovrano, possano trovare margini di impunità nel nostro ordinamento.

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