DOCUMENTO DI FARE VERDE ONLUS CONTRARIO ALLA PROPOSTA GOVERNATIVA DI RIFORMA DELL’ISTRUZIONE DENOMINATA “LA BUONA SCUOLA”.

Fare Verde Modica
Modica, (informazione.it - comunicati stampa - ambiente) Fare Verde Modica comunica e diffonde la posizione assunta dall’associazione Fare Verde Onlus in merito alla proposta governativa di riforma dell’istruzione denominata “la buona scuola”.
Fare Verde Onlus, esprime forti perplessità in merito al documento del Governo denominato “La Buona Scuola”, a partire dalle parole chiavi in esso sottese: premio e premialità, governance, performance, competitività e tutta una serie di anglicismi d’effetto e di slogan propagandistici, che riportano direttamente al mondo aziendale, mentre, in compenso, non vi trova alcun asilo la Costituzione Italiana.
“La Buona Scuola” perpetua l’ormai consolidata prassi di sottrarre risorse, ormai al lumicino, alla Scuola Statale, alimentando cospicuamente il sistema delle paritarie. Lede mortalmente il diritto allo studio, continuando a riversare sulle famiglie costi sempre più onerosi per la formazione, tant’è che negli ultimi anni ci sono in meno 58.000 studenti universitari, ed anzi inaugura la stagione della speculazione sui bisogni sociali importando il sistema americano dei “bonds”.
Si vuole costruire una classe docente asservita, attraverso la bufala della meritocrazia, creando un sistema esasperato di clientele ed opportunismi ed incentivando la gerarchizzazione e l’arbitrarietà. In questo modo sparisce completamente la centralità dei bisogni dei bambini e dei ragazzi, sparisce il sostegno alle fasce più deboli della popolazione scolastica, sparisce quel clima di collaborazione e collegialità docente indispensabile ad un sano processo educativo e formativo.
Coerentemente, il libello governativo fa sua l’idea di una scuola addetta all’addestramento alla monoprofessionalità, attraverso la manovalanza gratuita che faranno gli studenti per 200 ore l’anno, perdendo un quinto della loro formazione. Il messaggio è chiaro: l’assolutismo dell’azienda e bocciatura del lavoro intellettuale, creativo, autonomo. Bisogna costruire i lavoratori precari, precarissimi, sottomessi e acritici del domani. Il brogliaccio governativo sostiene, in tal senso, che le scuole, rinunciando alla loro democrazia interna ed alla loro stessa funzione, debbano trasformarsi in fondazioni o enti patrimoniali, per ottenere finanziamenti non statali. Peccato che il mondo privatistico e aziendale non goda fama di essere disinteressatamente generoso, per cui è lecito immaginare, in un siffatto scenario, ampi spazi per robuste manipolazioni culturali.
La nuova “governance”, che dismetterà gli organi collegiali, al pari di un consiglio d’amministrazione, farà spazio a sponsor privati, che per ovvi motivi potranno intromettersi nelle linee didattiche imponendo nuovi “principi educativi”, magnificando l’impiego di tecnologie desuete e altamente inquinanti, indirizzando le giovani generazioni verso il consumismo più sfrenato. E’ evidente la pericolosità di questa prospettiva che, nell’imporre un nuovo modello scolastico, in realtà consolida e certifica il modello sociale neoliberista: esclusivo e non inclusivo, della disuguaglianza e non dell’equità dei diritti.
Fare Verde, che da anni ha adottato la politica della “decrescita felice”, è in piena congruità con la Scuola Statale Italiana che costituisce ancora un baluardo contro il dilagare del consumo acritico ed infinito, per la tutela ed il rispetto ambientale, per la sana alimentazione.
Una scuola che costruisce nelle buone pratiche quotidiane e, grazie alla sua missione costituzionale (la cui eccezionale bontà è riconosciuta anche dall’OCSE), un sapere che sia altro, riflessivo, divergente rispetto a quello dominante del non-sapere, che forma cittadini consapevoli e non consumatori appiattiti ed uniformati al pensiero unico.
“La Buona Scuola” è in sostanza un programma confindustriale che ha i suoi prodromi nei documenti “Verso la scuola del 2000” e “Per una scuola di qualità”, i cui principi si ritrovano nella Legge Bassanini e nella Riforma Berlinguer: un iter di smantellamento del sistema scolastico pubblico iniziato quasi vent’anni fa che ora giunge alla soluzione finale. Altro che novità e “nuovismo”!
Fare Verde sottolinea come il progetto Renziano stravolga le finalità stesse della scuola statale (“il pieno sviluppo della persona umana”), e faccia venire meno:
- la libertà d’insegnamento (art.33): inficiata dalla gerarchizzazione, dall’autoritarismo, dall’ingresso dei privati, dai meccanismi distorsivi meritocratici;
- il diritto allo studio, alla gratuità, il libero accesso all’istruzione, l’uguaglianza di tutti i cittadini (art. 3 e 34);
- il diritto ad una retribuzione dignitosa (art.36): contratto bloccato ad libitum e “merit-pay”;
- il mancato rispetto dell’art. 33 si esplicita anche attraverso i finanziamenti alle cosiddette scuole paritarie;
- la partecipazione democratica, attraverso lo smantellamento dei Decreti Delegati;
- si contravviene alla Convenzione dei Diritti dell’Infanzia.
FARE VERDE
• esprime pieno sostegno alla Scuola Statale Italiana, la scuola di tutti e tutte, ed ai suoi docenti;
• condanna fermamente il programma del Governo Renzi, lo stesso che, in pieno disprezzo per la tutela del territorio e della salute dei cittadini, ha trasformato in legge il cosiddetto decreto “Sblocca Italia”.
FARE VERDE
• invita i parlamentari italiani a non approvare la proposta di legge governativa;
• lancia un appello ai sindacati della Scuola, alle associazioni e ai cittadini per sollecitare Deputati e Senatori a sostenere la Legge di iniziativa popolare denominata “per una buona scuola per la Repubblica”, ripresentata ad agosto in Parlamento e sostenuta da centomila firme di cittadini.
Roma, 17 dicembre 2014
Il Presidente Nazionale di Fare Verde, Avv. Francesco Greco

Ufficio Stampa
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