1° Convegno sul tema: Inquinamento Luminoso e Risparmio Energetico

Carissimi Lettori, si organizza un Convegno con tema “inquinamento Luminoso e Risparmio Energetico” , organizzato da Light-is e Ambiente Italia. Tale convegno si terrà a Gorizia il 25/03/2011 sotto il patrocinio di: 1) Provincia di Gorizia, 2) Ambiente Italia, 3) UAI, 4) Cielo Buio. Con tale convegno servirà per mettere in evidenza molte lacune su questo tema che oggi come oggi è sotto-stimato. Vi ringrazio per la collaborazione. M.Sc. BASIGLIO-RIBAUDO Ettore Guido Cell. 3346274558
Gorizia, (informazione.it - comunicati stampa - ambiente) Riprendendo l’articolo uscito sul Messaggero Veneto di Udine, del 26 gennaio 2011, si constata che il Sindaco Furio Honsell, in maniera lungimirante, ma soprattutto coraggiosa, sta cercando di mettere un freno al proliferarsi delle spese inutili riguardo la gestione dell’Illuminazione pubblica.
Qualcuno del centro destra ha immediatamente proferito la parola LED, ben sapendo perfettamente che questi ultimi sono: dannosi per la Salute Pubblica e per l’Ambiente, ed energivori per le tasche dei contribuenti; di tutto questo abbiamo informato reiteratamente, sia la Regione FVG che il Ministro Fazio.
A quest’ultimo abbiamo sottoposto una interrogazione parlamentare, attraverso la Sen. Poretti e, del quale, attendiamo risposta; segno che per lui la Salute Pubblica è un optional. Questo la dice lunga e risulta evidente come il nostro Paese si possa considerare a pieno titolo il “Paese di Pulcinella”, oppure il “Paese dei Furbi”.
Solo che in questo caso per furbi non ci si riferisce agli evasori fiscali, bensì agli evasori delle regole, furbi che non rispettano le leggi alle quali loro per primi devono osservanza. Mi riferisco a coloro che si stracciano le vesti per i mancati trasferimenti dello Stato che i tempi di ristrettezza economica impongono. Se oggi ce la fanno a quadrare i bilanci con i tagli apportati, è lecito chiedersi come venivano amministrate le finanze prima, quando le vacche erano grasse, visto che nonostante ciò sprechi se ne continuano a produrre ostinatamente.
Adesso come una certa parte politica va predicando, si dovrebbe passare al Led, ma pochi sanno che uno Studio, (per il quale abbiamo inviato un elaborato) eseguito dall’Istituto Superiore di Sanità Francese, afferma, senza tema di smentita, che i Led sono pericolosi per la Salute Pubblica e per l’Ambiente.
Da questo Studio emergono quali principali fattori di rischio l’elevata presenza di componente blu nello spettro delle lampade a LED usate per illuminazione e l’elevata luminanza che può produrre abbagliamento.
Rischio luce blue a Led:
Il rischio di effetto fotochimico è associato a luce blu e il suo livello dipende dalla dose cumulativa di luce blu a cui è esposta la persona. Esso risulta di solito da ripetute esposizioni a bassa intensità su lunghi periodi. Il livello di evidenza associata a questo rischio è importante.
Gruppi particolarmente sensibili al rischio o particolarmente vulnerabili alla luce blu sono stati identificati, come i bambini, le persone con malattie degli occhi o determinate popolazioni di alcuni professionisti del settore oggetto di illuminazione ad alta intensità.
Utilizzo di LED come sorgente luminosa dei luoghi di lavoro è anche in aumento. I rischi individuati sono molto preoccupanti, come la gravità dei pericoli che la probabilità di eventi nel contesto di un diffuso utilizzo dei LED, sono legati ad effetti fotochimici di luce blu e abbagliamento. Ecco il risultato: LED, squilibrio spettrale (alta percentuale di luce blu nel bianco LED); luminanza molto forte dei LED (densità di superficie ad alta intensità luminosa emessa da queste fonti di dimensioni molto piccole).
Attualmente ci sono numerosi studi indipendenti e veritieri sull'esposizione umana alla luce, Il gruppo di lavoro è stato in grado di presentare una valutazione quantitativa del rischio in caso di esposizione alla luce blu, secondo i principi elaborati dalla NF EN 62471. Questo standard per la sicurezza fotobiologica offre una classificazione in gruppi di rischio associato alla durata massima ammissibile di esposizione dell'occhio alla luce.

Le misure adottate dimostrano che alcuni LED disponibile per l'acquisto al pubblico e, potenzialmente, utilizzati per l'illuminazione domestica per le applicazioni di segnaletica e di markup, fanno parte di gruppi di rischio più elevato rispetto all'illuminazione tradizionale.
Inoltre, la norma NF EN 62471 non è proprio adatta per l'utilizzo di illuminazione a LED (limiti di esposizione non sono adeguati, protocolli di misura ambigui, alcune popolazioni sensibili non vengono presi in considerazione)

Rischi associati ad abbagliamento:
Nell'illuminazione di interni è accettato che una luminanza superiore a 10 cd / m2 7 000 sia visivamente invadente qualunque sia la posizione della luce nel campo visivo. A causa del carattere limitato delle loro emissioni di superficie, i LED possono avere luminanze 1000 volte superiore. Il livello di irraggiamento diretto da fonti supera il livello di disagio visivo, piuttosto che con le luci cosiddetta "classica" (lampade alogene, a basso consumo).
Nei sistemi di illuminazione a LED sul mercato, i medesimi sono spesso indicati come causa di una non corretta uniformità del prodotto di illuminazione, questo porta ad una violazione delle normative UNI per l’illuminazione.
Alla luce di quanto su esposto, sarebbe necessario escludere l'immissione nel mercato di sistemi di illuminazione LED con luce fredda per l’illuminazione Pubblica al posto dell’illuminazione tradizionali. Inoltre, l’Istituto di Sanità Francese raccomanda di adeguare la norma NF EN 62471 sulla sicurezza fotobiologica dei LED per tener conto delle popolazioni sensibili e soggetti a rischio particolare (alcune popolazioni lavoratore: installatori, mestieri animatori, ecc.).
l’Istituto Sanitario raccomanda inoltre che gli standard per il comfort e l'ergonomia visiva siano rispettati sul posto di lavoro e nelle case domestiche. Per meglio informare i consumatori, si raccomanda inoltre che la marcatura informativa dei sistemi di illuminazione deve avere informazioni chiare in merito alla qualità della luce e il livello di sicurezza fotobiologico secondo la norma NF EN 62471.
Adesso abbiamo molti modi per diminuire la spesa energetica, senza utilizzare, questi mirabolanti sistemi di risparmio energetico chiamati LED; se prendessimo esempio dai Paesi esteri, li guardiamo solo quando ci fa comodo, notiamo che:
La Francia ha recentemente dimezzato l’illuminazione de La Ville Lumiere; lo spreco elettrico per illuminare i monumenti, a cominciare dalla Tour Eiffel, è quasi un insulto alle belle parole per la difesa del pianeta secondo i francesi.
Inoltre il 21 maggio 2010 in Francia sulla rivista on-line “The Connexion” ha pubblicato un articolo dove hanno verificato che spegnendo le luci di tratti autostradali gli incidenti sono calati drasticamente del 30%; lo stesso espediente è stato portato avanti anche dalla Gran Bretagna; questa la dice lunga su quanto le altre nazioni stiano prendendo seri provvedimenti per l’ambiente e la bolletta energetica; è l’Italia cosa fa?
Negli anni Novanta, in Francia, il consumo di energia per l'illuminazione pubblica è passato da 70 a 90 kilowattora per abitante. Una cifra altissima, il doppio di quel che si consuma in Germania (La Repubblica, 24 giugno 2008). Ma allora la Germania, con i suoi 30 milioni di abitanti più dell’Italia e della Francia, consuma circa 45 kilowattora per abitante: e in Italia? Si sappia che i dati cui facevo riferimento prima, quelli di Terna, dicono che consumiamo oltre 4.983 Kwh per abitante (299.915,2 Gwh, per il 2009) di energia elettrica!
Quasi il 20% in più dei francesi, il 240% in più dei teutonici d’oltralpe, ma mentre loro ci vendono a caro prezzo l’energia che risparmiano, noi, che importiamo l’85% di quest’ultima, ne sprechiamo una cospicua parte, non degnandosi, nel contempo, di rispondere quando un’Associazione chiede lumi in merito all’applicazione di una Legge che richiama al risparmio energetico, o se lo fanno, lo fanno quasi stizziti; ma che amministratori sono questi?
Non sanno, o fanno finta di non sapere, che eseguendo progetti a norma, possono risparmiare oltre il 35% di soldi pubblici?
Ci dicono che non ci sono risorse che so, per alleviare i costi delle famiglie, per le mense scolastiche, per dare un aiuto in più a qualche indigente, oppure per creare un circuito per rilanciare l’economia, anche se a livello locale; ma trovano immediatamente le risorse, sprecando a piene mani e per 365 notti, per illuminare le piste ciclabili affinché i topi non escano di strada, o illuminano il cielo anziché dove serve, cioè per terra.
La Legge del Friuli impone ai comuni di produrre informazione verso i privati, circa gli obblighi che anche loro hanno nei confronti dell’inquinamento luminoso, di più, se ricadenti nelle aree di protezione, addirittura i comuni devono, previa diffida del Sindaco, emettere delle sanzioni verso coloro che inquinano ma, non è il nostro intento, siamo consapevoli che comunque prima si deve produrre una corretta informazione, almeno questa. È mai stata prodotta dalle Amministrazioni qualche informazione riguardante l’inquinamento luminoso e il risparmio energetico in tre anni di legislazione, informazione che per legge sono obbligate a produrre? Che io sappia no! Preservare l’ambiente naturale, compreso il cielo stellato da ogni tipo di inquinamento, è richiamato dall’UNESCO nella sua “DICHIARAZIONE PER LE GENERAZIONI FUTURE”.
Il tema per la salvaguardia dell’ambiente è stato ripreso più volte anche dal Papa, tuttavia ad ogni volger di sguardo si vedono Chiese e capitelli illuminati tutta la notte come dei centri commerciali: non sarebbe più opportuno che ad una certa ora si spegnessero i riflettori e il corrispettivo di risparmio venisse dato magari in beneficenza? Questo in Germania viene fatto, visto che si sono accorti di inquinare quasi quanto la Slovenia per illuminare le Chiese tedesche (si veda l’articolo “German churches repent for green sins in bid to cut carbon footprint”, The Times, 10 settembre 2008).
Allora di che stiamo parlando, Signori? Ci si guarda bene da interpellare l’ARPA per non sentirsi dire che le Associazioni hanno ragione e che le amministrazioni risultano omissive? Associazioni che si sono proposte più volte e, del tutto gratuitamente per aiutare le amministrazioni ad un utilizzo corretto delle risorse a fronte di lauti guadagni per tutti i cittadini, vengono ignorate: forse perché sono la voce della loro coscienza o perché ci sono interessi di parte dove girano milioni di euro di affari?
Mi rendo conto che è una questione di cultura, e verrà il tempo che coloro che sprecheranno verranno mostrati a dito come dei lebbrosi, come oggi è per coloro che osano buttare una busta di immondizia per strada.

M.Sc.BASIGLIO-RIBAUDO Ettore Guido
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