Il 30 luglio si celebra l’anniversario della salita al trono di Sua Maestà Mohamed VI :Vicini al Sua Maesta, al Popolo e al Governo del Marocco

Il 30 luglio si celebra l’anniversario della salita al trono di Sua Maestà Mohamed VI che nel corso di questi anni ha saputo avviare un profondo cambiamento nella sua Nazione assicurando pace e stabilità in una regione fondamentale per quanto riguarda la sicurezza del mediterraneo
Lodi, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni) Il 30 luglio si celebra  l’anniversario della salita al trono di Sua Maestà Mohamed VI che nel corso di questi anni ha saputo avviare un profondo cambiamento nella sua Nazione assicurando pace e stabilità in una regione fondamentale per quanto riguarda la sicurezza del mediterraneo. Purtroppo rimangono ancora aperte numerose problematiche tra le quali quella del Sahara Occidentale, la cui eventuale indipendenza che trova numerosi sostenitori anche in Italia, non solo sarebbe un controsenso storico ma anche un fattore di instabilità. Quella del Sahara Occidentale è una delle questioni meno affrontate nel dibattito della politica estera italiana”.Infatti, mentre si parla molto del Medio Oriente la questione legata a questa porzione di Africa appare relegata a poche persone.  Occorre precisare, che se il dibattito generale pone il il problema del Sahara sotto l’aspetto dell’autodeterminazione delle popolazioni, questo non deve fare dimenticare l’appartenenza immemorabile di questo territorio al Marocco, né il carattere legittimo della sua reintegrazione alla Madrepatria dal 1975. Per prima cosa occorre ricordare che il Regno del Marocco si è costituito in Stato Nazionale fin dal IX° secolo d.c. e tale caratteristica, unica in tutta la regione, è stata conservata anche durante il protettorato francese (1912-1956). Non mi dilungo sul fatto che già il fondatore della dinastia degli Almoravidi , Youssef Ben Tachfine, costituì il “Grande Marocco” che si estendeva sino ai confini del Senegal ne che tale vincolo è sopravvissuto con la dinastia Alawita.
Lasciando perdere, con garde dispiacere le questioni storiche, occorre ribadire che la sovranità marocchina sul Sahara Occidentale è stata sanzionata da disposizioni espresse in diverse convenzioni stipulate sia durante il periodo dell’Impero Sceriffale sia in età più recente con Nazioni straniere, a titolo informativo ricordiamo i trattati con la Spagna (1861) con gli Stati Uniti d’America (1786 e 1836) e con la Gran Bretagna nel 1856.
In epoca ancora più vicina a noi la dichiarazione congiunta del 7 Aprile 1956 nella quale lo Stato Iberico cita “ribadisce la propria volontà di rispettare l’unità territoriale dell’Impero garantita dai trattati internazionali”. La presenza della Spagna però non terminò tanto che nel 1958 venne liberato Tarfaya , Ifni nel 1969 e Sahara Occidentale (nel 1975) mentre i territori di Ceuta e Mellila formano ancora oggi oggetto di contenzioso territoriale tra i due Regni. Nel 1957 sale al trono Mohammed V Il cui regno sarà di breve durata tanto che solamente dopo pochi ma intensi anni gli succederà il figlio Hassan II che il 6 Novembre 1975 per riaffermare la piena sovranità del Marocco sul’ ex Sahara Spagnolo guida la pacifica marcia sulle terre del Rio de Oro. Attualmente Sua Maestà Mohamed VI nella sua lungimirante opera di ammodernamento dello Stato ha lanciato anche per la regione sahariana al centro di un scontro internazionale che tenta di strappare questa parte del suolo marocchino alla madre patria, un programma per certi versi simile a quello nato dagli accordi De Gasperi – Gruber del 5 Febbraio 1946. Infatti, Sua Maestà profondo conoscitore e studioso esso stesso di diritto internazionale, ha proposto per la regione del Sahara Occidentale una forma di autonomia speciale , che salvaguardando i diritti delle popolazioni interessate non solo favorisca lo sviluppo economico e sociale della regione ma contribuisca a consolidare l’unità della Patria marocchina. Sostenere, per noi italiani il Marocco, il suo Sovrano e il popolo, non è solamente una doverosa “scelta di campo” ma significa appoggiare una Nazione che ha fatto della tolleranza ( qui convivono da sempre cristiani, ebrei e mussulmani senza alcun problema) e della convivenza la base su cui costruire uno Stato moderno ma rispettoso della tradizione.
Su questo punto mi permetto di aprire un'ulteriore considerazione. Infatti, in modo dove la tolleranza sembra tramontare, il Marocco, ha fatto della tolleranza il suo fondamento storico. Tutte le dinastie che hanno governato questo antico Regno si sono caratterizzate proprio per il saper coniugare le differenti culture in modo da creare uno Stato armonico e che , pur fondato sul messaggio dell'Islam, ha permesso a numerose culture e religioni di vivere in in perfetta unione. Non voglio scomodare esempi quali la Spagna degli Almoravidi , momento di massimo splendore per la cultura non solo della penisola iberica ma per tutta l'Europa. Un periodo, nel quale la Spagna era terra di accoglienza per tutti gli uomini di cultura indipendentemente dal credo professato.

La tolleranza del Marocco fu dimostrata in tempi recenti dal nonno dell'attuale sovrano, S. M Mohammed V che negli anni tormentanti della Shoah non solo cercò di evitare l'applicazione delle leggi antiebraiche che il governo di Vichy voleva applicare ma, cercò fino in fondo di proteggere la comunità ebraica marocchina.


Per questi motivi e per il grande contributo che oggi i Marocchini danno al nostro Paese non possiamo che essere vicini a S. Mohammed V al Marocco e a tutto il Suo glorioso Popolo.


 
Dott. Marco Baratto
Associazione Culturale Euromediterranea
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