Reggio Emilia: polizia violenta al carcere

Sulle immagini di Reggio Emilia, della violenza della polizia carceraria di Reggio Emilia contro un soggetto privato della libertà inducono a riflettere sul fallimento dell'istituto carcerario e sulla necessità della sua abolizione,
Trapani, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)

Le immagini di Reggio Emilia, della violenza della polizia carceraria di Reggio Emilia [1], sono circolate anche in tivù, stavolta, e poi sui social, le hanno viste in molti.

Questi uomini che mettono un sacco sulla testa di un uomo, che lo denudano violando la sua dignità, che lo trasportano come un sacco di patate, che gli fanno sbattere la testa violentemente contro la porta della cella, non sono le mele marce di un sistema imperfetto. Questo è il carcere.

Il carcere è disumano; il carcere è “vendetta” di stato, come scriveva l’anarchico russo Alexander Berkman. “In esso, è manifesto lo spirito veterotestamentario incarnato nella frase occhio per occhio, dente per dente”. La funzione “rieducativa” del carcere è solo una menzogna scritta sulla Costituzione. Nel carcere non si rieduca: nel carcere si muore, si subisce violenza gratuita d’ogni genere, fisica e psicologica.

E, per questo, e cito ancora Berkman, il carcere “coltiva i germi dell’odio e dell’ostilità nei confronti della collettività”, il carcere “fa delle prigioni delle vere e proprie scuole del crimine e dell’immoralità”.

E, purtroppo, in queste condizioni, “nessuna pena, per quanto severa, potrà risolvere il problema del crimine”.

« La criminalità è il risultato delle condizioni economiche, della disuguaglianza sociale, dei torti e dei mali di cui il governo è il genitore », affermava sempre Alexander Berkman. Come dargli torto?

« Ogni anno, migliaia di bambini crescono tra la lordura morale e materiale delle nostre grandi città, in mezzo a una popolazione demoralizzata dalla precarietà dell’esistenza. Quando vediamo la popolazione infantile delle grandi città vivere in questo modo, è sorprendente che solo una parte esigua di essa si trasformi in banditi e assassini », spiegava un altro grande anarchico russo, Pietr Kropotkin.

Il carcere né svolge la funzione rieducativa, né svolge la funzione preventiva. Insomma: non è utile al detenuto, non è utile alla società. Costa pure un’enormità, circa 160 euro al giorno per ogni detenuto, costa 3,2 miliardi all’anno. Va quindi abolito. « L’unica vera cura per il crimine è abolirne le cause, eliminando le condizioni che lo creano »: cioè proprio quell’intolleranza, ingiustizia, e povertà che crea il governo.

Fonti e Note:

[1] TG24 Sky, 9 febbraio 2024, “Reggio Emilia, detenuto picchiato e torturato in carcere: diffuso il video del pestaggio

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