IL MERCATO ITALIANO SEMPRE MENO ITALIANO

I Francesi dominano la ristorazione e nei buoni pasto solo un’azienda tra le prime 5 è italiana
Genova, (informazione.it - comunicati stampa - società) Solo pochi giorni fa il premier Monti richiamava l’attenzione sulla necessità di attuare misure di tutela della crescita del nostro sistema paese partendo anche dalla difesa del prodotto italiano con l’appello lanciato in Senato «Pensiamo che quando si acquista un bene prodotto in Italia non solo si sceglie la qualità delle conoscenze e delle esperienze che in esso sono racchiuse, ma si contribuisce a tenere in vita aziende e a sostenere posti di lavoro sul nostro territorio».
Sostenuta e condivisa da tutti da tempo la difesa del made in Italy eppure la cronaca ogni giorno ci riporta un quadro del reale che ben si discosta dai principi, con un susseguirsi di acquisizioni da parte di realtà estere del nostro sistema produttivo.

Proprio in un momento storico come questo che ci vede sbandierare il tricolore celebrando il nostro valoroso passato, la potenza di un paese che ha conquistato con determinazione la propria unità 150 anni fa, rifuggendo gli stranieri invasori, e che nei secoli si è saputa distinguere nei confronti dell’Europa e del mondo in molti ambiti, dalla produzione culturale alla vera e propria attività industriale, sapendo valorizzare l’eccezionale patrimonio ambientale, storico-artistico, difendendo in ogni dove il made in Italy e la qualità del nostro ingegno, del gusto e dei nostri prodotti, ci accorgiamo che stiamo diventando sempre meno italiani.

Anche senza soffermarsi sulle notizie di cronaca estera sul protagonismo di paesi come Francia e Germania, guardiamo meglio in casa nostra, nelle dinamiche del nostro mercato, per capire il fenomeno che si sta verificando. E’ evidente che stiamo perdendo terreno proprio nel nostro paese, nei gangli del mercato, dopo le avanzate dei francesi verso Mediobanca, Parmalat, Edison, Enel e Bulgari e da ieri anche nel settore della ristorazione con l’acquisizione di Gemeaz da parte del gruppo francese Elior.

Passaggi graduali che segnano la direzione verso cui tira il vento e soprattutto il destino verso cui si avvia le nostra economia., soprattutto in questa difficile fase.

Sbaragliando i concorrenti italiani in gara per le mense Gemeaz, con questa acquisizione Elior, presente nel nostro Paese attraverso la controllata Avenance, conquista ora la leadership di mercato della ristorazione collettiva italiana.

In realtà la presenza dei francesi nella ristorazione italiana non è poi una vera novità, infatti il comparto dei buoni pasto mostra da tempo il quadro di una situazione significativa, forse meno nota ai più, ma molto significativa per un settore che incide assai sulle tasche degli italiani, considerato che sono 2,5 milioni gli italiani che ogni giorno pranzano col buono pasto, con un fatturato complessivo che si aggira sui 2 miliardi e 600 milioni di euro.

La classifica degli operatori del mercato nazionale vede nel complesso circa 25 società emettitrici dei titoli di servizio (buoni pasto, buoni acquisto, voucher sociali, ecc) ma le redini del gioco in realtà sono in mano alle prime 4 che insieme superano l’80 % del totale.

E’ rilevante notare che se si considerano i primi 5 player, solo uno è una società italiana a capitale interamente italiano e si posiziona al secondo posto della classifica, mentre gli altri sostanzialmente fanno capo a multinazionali francesi, ed al 6° posto, ad una multinazionale inglese.

Queste 5 imprese multinazionali (4 francesi e l’inglese) sono di fatto le uniche operanti oggi, insieme alla genovese QUI! Group spa, nel mondo buoni pasto e voucher italiani.

La tendenza è quella di una forbice che si apre sempre più nei confronti dei francesi, aumentando il peso del loro ruolo in questo ambito, testimoniato in passato anche dall’avanzata di Chèque Déjuner, in Day Ristoservice srl, già detenuta dal gruppo Camst.

E per completare il quadro di questa particolare situazione, le Società italiane di riferimento alle suddette multinazionali operanti in Italia (Edenred SA: Edenred Italia S.r.l.; Groupe Elior: Ristochef S.p.A. – acquisita da Edenred Italia S.r.l.; Sodexo: Sodexo Motivation Solutions Italia S.r.l; Chèque Déjuner: Day Ristoservice S.p.A.), sono 4 delle 5 Aziende componenti l’ANSEB ossia l’Associazione Nazionale Società Emettitrici Buoni pasto, l’ente italiano rappresentante gli operatori del mercato.
In risposta a questo stato di cose è nato da alcuni mesi Cobes Comitato buoni pasto, voucher sociali e servizi) di Confindustria – Federvarie in rappresentanza di aziende italiane del settore (QUI! Group, Gemeaz Cusin, Repas Lunch Coupon, Ep).

L’unica impresa che rimane a difendere il nome italiano fronteggiando le multinazionali francesi che la fanno da padrone, posizionandosi al secondo posto nella classifica generale, è la genovese QUI! Group con i suoi quasi 900 dipendenti sparsi fra Genova e le altre filiali in Italia, i 120 mila pubblici esercizi affiliati al noto buono pasto di colore giallo con la Q e la forchetta e un’attività di solidarietà che ha trasformato il buono pasto in Pasto Buono, visto che la propria Fondazione recupera a fini solidali le eccedenze sane della ristorazione. Tra l’altro, questa società è stata la prima ad introdurre nel nostro paese il moderno buono pasto elettronico, (l’evoluzione dei sistema buono pasto), anche grazie all’impiego di una card elettronica multifunzione tra le più evolute e tecnologicamente avanzate e performanti che siano state sviluppate.

La QUI! Group spa, insomma, dovrà tingere di bianco rosso e verde le vetrofanie che si stagliano sulle tante vetrine degli esercizi convenzionati, e così, magari, chi sceglierà questo servizio, tra enti pubblici, aziende e liberi professionisti, potrà riconoscere il prodotto e la qualità italiana a dispetto dell’avanzata straniera.
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