Asia – andamento dei mercati azionari nel mese di novembre 2007

a cura dell’Ufficio Studi di Union Investment
, (informazione.it - comunicati stampa - varie) In caduta – I mercati azionari asiatici in novembre hanno dovuto affrontare momenti di seria difficoltà. L’indice MSCI Far East 8ex Japan) ha perso un buon nove per cento nel su base mensile anche se nel complesso, dall’inizio dell’anno, ha guadagnato un notevole 40 per cento. Dopo che a settembre e soprattutto a ottobre (avvenimento piuttosto atipico per la fine del terzo trimestre) le Borse dell’Estremo Oriente hanno fatto registrare una crescita considerevole con numerosi indici che hanno toccato nuovi livelli record, a novembre, con un certo ritardo, si è assistito a forti movimenti di correzione. Ora mercati quali quelli cinesi che nel corso di quest’anno hanno segnalato i maggiori tassi di crescita sono piombati sotto una forte pressione a vendere. Ed ecco che l’indice MSCI della Cina nell’ultimo mese a segnato una perdita intorno al 20 per cento. Ma non si è trattato solo di una violenta frenata, reazione emotiva dopo le ottime performance dei mesi precedenti.

Anche quest’area ha dovuto pagare il proprio tributo alla crisi americana dei mutui subprime. Oltre al timore che le conseguenze della generale debacle del settore immobiliare e dei mutui siano sostanzialmente ben più pesanti di quanto si era ritenuto in un primo momento, si è aggiunta la preoccupazione di un generale rallentamento della crescita economica a livello mondiale per il prossimo anno. Uno dei mercati asiatici che ne hanno fatto maggiormente le spese è quello di Taiwan che soffre di una forte pressione a vendere e per un gran numero di aziende quotate gli USA rappresentano il miglior mercato dove vendere. Se ora, come ci si aspetta, il consumatore americano ha meno denaro da spendere, colpito dalla crisi dei mutui subprime, non c’è dubbio però che possa rivolgere la propria attenzione di risparmiatore verso il mercato dell’elettronica. E questo andrebbe chiaramente a tutto vantaggio di molte aziende di Taiwan.

Anche i mercati della Corea del Sud si sono visti schiacciati dalla prospettiva di un complessivo indebolimento di lunga durata della situazione economica mondiale. Qui i settori più colpiti sono stati l’edilizia e le costruzioni navali che dipendono in maniera molto consistente dall’andamento dello scenario economico internazionale. Solo la Borsa indonesiana è riuscita a fronteggiare la diffusa tendenza al ribasso, approfittando della crescente richiesta proveniente da Paesi quali la Cina per materie prime quali il carbone e il nickel che hanno fatto lievitare le quotazioni di società come Bumi Resources o Inco.

Positivi a lungo termine – In Asia, grazie a un quadro macroeconomico che continua a presentare solidi dati di crescita, lo scenario resta sostanzialmente inalterato. E’ difficile però che riesca a mantenere tassi di crescita a due cifre, per esempio in Cina. L’aumento del prezzo del petrolio, la maggiorazione dei tassi d’interesse, i tassi d’inflazione in aumento, le quotazioni sempre più elevate sono fattori destinati a lasciare forti tracce. Anche la crisi generalizzata dei mercati americani, che restano uno dei grandi mercati di sfogo e di riferimento per i Paesi asiatici, continuerà a pesare in forte misura finché non sarà del tutto superata l crisi dei mutui subprime. Tenendo quindi conto di questo scenario i mercati azionari asiatici dovranno continuare a fare i conti con una crescente volatilità.
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