Russia e doping: oggi il giorno del giudizio, alle h.17.00 il Judgement Day dell’atletica

Oggi alle ore 17 c’è il giorno del giudizio per la Russia, dentro o fuori da Rio. Lord Coe e la Iaaf sembrano trovarsi in un vicolo ceco con una sola via di uscita: l’esclusione della Russia da Rio. In caso contrario Coe diventerà l’agnello sacrificale e tutti chiederanno la sua testa. Già qualche mese fa il primo mezzo giudizio, il Council aveva votato 22-1 la sospensione russa, ma ora la situazione è più pesante.
Rimini, (informazione.it - comunicati stampa - sport) atleticanotizie: Oggi alle ore 17 c’è il giorno del giudizio per la Russia, dentro o fuori da Rio. Lord Coe e la Iaaf sembrano trovarsi in un vicolo ceco con una sola via di uscita: l’esclusione della Russia da Rio. In caso contrario Coe diventerà l’agnello sacrificale e tutti chiederanno la sua testa. Già qualche mese fa il primo mezzo giudizio, il Council aveva votato 22-1 la sospensione russa, ma ora la situazione è più pesante.

Il Cio ha convocato un summit a Losanna martedì per trovare una soluzione definitiva, perché l’affare Russia non riguarda solo l’atletica. Bach, presidente Cio, ha detto più volte che cercherà di salvare i puliti. Ma contro questa ipotesi si sono schierate la Bokel e la Scott, che guidano la commissione atleti Cio. Per loro non può esistere clemenza e hanno criticato anche la Wada e il presidente Reedie, considerati inadeguati. Una lettera della federatletica tedesca a Bach era dello stesso tono e chiedeva una presa di posizione anche nei confronti del Kenya. I russi peraltro nulla han fatto per conquistarsi benevolenza. Il rapporto della Wada, reso pubblico due giorni fa, dice di una Russia inadempiente alle richieste formulate per consentirle di tornare.

Negli ultimi mesi atleti russi hanno evitato i test, sono scappati, hanno usato sistemi vecchi 40 anni per frodare. E infatti è arrivata anche la bordata del vice presidente del Cio John Coates che, in occasione della consegna della medaglia d’oro di Londra 2012 all’australiano Jared Tallent (50 km di marcia), “promosso” proprio per la squalifica del russo Kirdyapkin.

Alcuni membri del Council vogliono ascoltare la relazione del norvegese Andersen, capo della task force che ha lavorato in Russia, prima di dare un giudizio definitivo. Vogliono essere liberi di scegliere. In alcuni fa capolino l’orgoglio e la difesa della famiglia atletica. Potrebbe uscire un compromesso: punire federazione e dirigenti e lasciare al Cio la facoltà di accettare qualche russo pulito. Ma è una strada legalmente difficile da praticare. In ogni caso chi ci rimette è sempre l’atletica che tra poche ore si gioca l’ultima fetta di credibilità che gli era rimasta.
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