La trasformazione degli spazi di lavoro e le conseguenze sul fronte della comunicazione

Questi i temi al centro dell’appuntamento “Space is working” organizzato da Icat Academy di Gruppo icat
Padova, (informazione.it - comunicati stampa - economia)

Con l’avvento della pandemia la vita di ciascuno di noi è cambiata e si è trasformata. Dalla sfera lavorativa a quella privata, tutto ne ha risentito e quello che ne è derivato è stata una trasformazione del rapporto tra spazi aziendali, lavoro e persone. Tutto è stato ripensato per adattarsi a nuove esigenze di sicurezza, coworking e interazione fra diverse professionalità, con conseguenze anche nella comunicazione interna ed esterna. Questi concetti sono stati gli argomenti chiave affrontati in occasione del primo Commet 2021 organizzato da Icat Academy. L’evento, tenutosi in diretta streaming sulla piattaforma Youtube e dal titolo “Space is working” come cambiano gli spazi di lavoro, ha analizzato e approfondito questi aspetti attraverso gli interventi di professionisti ed esponenti del settore: Paolo Pampanoni, Designer e Direttore artistico di Citterio SpA; Paolo Stucchi, CEO Dentsu Italia , Antonio Furlanetto, Socio fondatore AFI, Associazione Futuristi Italiani, e CEO di Skopìa - Anticipation Services, intervistati  da Alessandra Veronese, Direttore di Icat Academy. È stata un’occasione per pensare e analizzare il futuro prossimo all’interno di un’epoca in continua evoluzione e cambiamento.

Durante la diretta è emersa da parte degli imprenditori una duplice richiesta: da un lato quella di cambiare gli spazi di lavoro delle aziende, dall’altro una richiesta sempre maggiore di favorire una nuova socialità tra i collaboratori. Da qui l’esempio proposto da Paolo Stucchi, CEO Dentsu Italia, che ha illustrato i cambiamenti attuati nella sede italiana di Dentsu, oggi chiamata Dentsu House. L’ufficio si è trasformato in una casa in cui convivono spazi di lavoro e spazi per la convivialità, quali la zona living e il pub, e in cui vi sono aree deputate a stimolare la creatività alternate a zone dedicate alla produttività e alla collaborazione tra colleghi, dove ad esempio, vi sono due postazioni a disposizione per ciascuno per favorire l’interazione e lavorare al meglio.

E se da un lato aumenta la volontà di dotare gli spazi di maggiore comfort, dall’altro matura l’attenzione verso materiali e comportamenti fino a poco tempo fa considerati secondari, come sanificazione, igienizzazione e distanziamento. Da qui parte la proposta di Paolo Pampanoni, Designer e Direttore artistico di Citterio SpA di realizzare box chiusi esterni per permettere lo svolgimento delle riunioni e spazi di coworking interno ad alta rotazione, controllati e flessibili, nonché aree di interscambio. Le aziende non erano attrezzate, e tuttora in parte non lo sono ancora, per ovviare alle necessità sanitarie imposte dal Covid-19 e rispondere alle nuove esigenze. Quasi tutte le realtà stanno correndo ai ripari per garantire una continuità sia ai dipendenti che alla propria mission.

In questo quadro in cui la spazio cambia, i futuristi come Antonio Furlanetto, Socio fondatore AFI, Associazione Futuristi Italiani, e CEO di Skopìa - Anticipation Services, vedono un cambio di rotta nei prossimi vent’anni che riguarderà la concezione stessa della giornata di lavoro, soprattutto nel settore impiegatizio. Si andrà verso la riduzione dell’orario di lavoro aumentando però la produttività e l’efficienza, si assisterà ad una rivoluzione organizzativa nel mondo delle Pubbliche Amministrazioni, una stagionalità degli assetti degli uffici e un cambiamento del mercato immobiliare. Sarà una nuova era in cui diventerà imprescindibile per rimanere sul mercato la formazione continua, saranno annullate le gerarchie, vi sarà una ricerca di maggiore equilibrio tra vita privata e professionale, la famiglia conoscerà nuove evoluzioni e aumenteranno le donne al comando.

La trasformazione degli spazi di lavoro sta evidenziando come la loro riprogettazione sia strategica, non solo per rispondere alle nuove necessità determinate dalle conseguenze della pandemia e dalla riorganizzazione del lavoro”, afferma Alessandra Veronese, direttore di Icat Academy, “Quello che sta emergendo è che lo spazio diventa una delle componenti caratterizzanti del brand di un’impresa. Per questo è necessario che a “ridefinirlo” sia un team di lavoro in cui si inseriscono architetti, arredatori, responsabili delle risorse umane, comunicatori e, ovviamente, imprenditori e amministratori delegati”.

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