Banca IFIS S.p.A.: utile record nei primi sei mesi del 2015

COMUNICATO STAMPA - PRIMO SEMESTRE 2015 Banca IFIS, utile record nei primi sei mesi del 2015 (+161,3%). L'AD Giovanni Bossi: "Prevista una crescita tra il 10 e il 15% del dividendo per azione per l'esercizio 2015" Sommario 1° semestre 2015 1 gennaio-30 giugno - Margine di intermediazione a 264,7 milioni (+85,1%); - Risultato netto della gestione finanziaria a 247,8 milioni di euro (+103,4%); - Utile netto a 130,8...
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COMUNICATO STAMPA - PRIMO SEMESTRE 2015

Banca IFIS, utile record nei primi sei mesi del 2015 (+161,3%). 

L'AD Giovanni Bossi: "Prevista una crescita tra il 10 e il 15%
del dividendo per azione per l'esercizio 2015"


Sommario

1° semestre 2015
1 gennaio-30 giugno


- Margine di intermediazione a 264,7 milioni (+85,1%);
- Risultato netto della gestione finanziaria a 247,8 milioni di euro (+103,4%);
- Utile netto a 130,8 milioni (+161,3%);
- Sofferenze nette/impieghi settore Crediti Commerciali in diminuzione: dall'1,3% all'1,2%;
- Costo della qualità creditizia crediti commerciali a 112 bp;
- Common Equity Tier 1 (CET1): 15,43% (13,89% al 31 dicembre 2014);
- Total Own Funds Capital Ratio: 16,11% (14,21% al 31 dicembre 2014);
- Assunzioni in crescita: 98 nuove risorse inserite.

2° trimestre 2015
1 aprile-30 giugno   

- Margine di intermediazione a 193,5 milioni di euro (+162,8%);
- Risultato netto della gestione finanziaria a 182,7 milioni (+200,2%);
- Utile netto a 104,6 milioni di euro (+312,0%).

Commento all'andamento della gestione

Mestre, 28 luglio 2015 - Il Consiglio di Amministrazione di Banca IFIS, riunitosi oggi sotto la presidenza di Sebastien von Fürstenberg, ha approvato i risultati finanziari del primo semestre del 2015.
"Consegniamo al mercato una semestrale eccezionale," ha detto Giovanni Bossi, Amministratore Delegato di Banca IFIS, che continua: "Questi risultati dimostrano ancora una volta che il modello di Banca IFIS funziona, che le azioni sono efficaci, che il percorso innovativo intrapreso ha il respiro per durare nel tempo. La dotazione attuale di patrimonio permetterà a tutti i core business di realizzare una crescita sostenuta. Il rafforzamento
patrimoniale ci consente di affrontare con serenità le sfide che si aprono sul mercato. Il Consiglio di Amministrazione - sottolinea Bossi - alla luce dei risultati sin qui ottenuti e dalle evidenze ad oggi disponibili riguardo l'andamento gestionale atteso del secondo semestre, ritiene sarà possibile proporre la distribuzione di un dividendo per azione in crescita tra il 10 e il 15% rispetto a quello erogato per l'esercizio 2014".

Andamento della gestione

Dinamiche economiche del consolidato
Il margine di intermediazione si attesta a 264,7 milioni di euro (+85,1% rispetto al corrispondente periodo dell'esercizio precedente, pari a 143,0 milioni, grazie alla significativa crescita registrata dai segmenti DRL (+50,0%) e Crediti Fiscali (+72,3%), nonché per effetto degli utili generati dall'operazione di riassetto di parte del portafoglio titoli di Stato perfezionatasi nel mese di aprile 2015 (124,0 milioni di euro lordi).
Il risultato del settore crediti commerciali (77,3 milioni di euro rispetto ai 78,6 del corrispondente periodo del 2014, -1,7%) è influenzato da dinamiche opposte relativamente alle aree di business Credi Impresa Futuro e Pharma. Il margine di intermediazione del primo semestre del business Pharma diminuisce del 15,9% rispetto allo stesso semestre dell'anno precedente. La riduzione è causata dalla diminuzione delle commissioni di acquisto addebitate al cedente classificate fra gli interessi attivi. Dalla fine del 2014, infatti, l'area di business Pharma ha sviluppato un nuovo approccio al mercato, acquistando pacchetti di crediti al loro valore nominale (o poco sotto la pari). La redditività delle operazioni è rappresentata pertanto dagli interessi dei ritardati pagamenti  contabilizzati per importi prudenzialmente inferiori al tasso di interesse di mora, nonché sulla base di accordi transattivi conclusi nel periodo. La Banca sta lavorando, nell'ambito del generale quadro normativo di riferimento, ad un affinamento metodologico delle modalità di rendicontazione di tale componente, finalizzata ad una migliore rappresentazione dell'effettiva redditività dell'area di business. Sostanzialmente in linea i risultati di Credi Impresa Futuro, che si confermano allineati alle performance del corrispondente periodo dell'esercizio precedente. Il turnover del settore crediti commerciali è pari a 4,6 miliardi di euro (+22% rispetto a giugno 2014), un impiego puntuale di 2,6 miliardi di euro (+21,1% rispetto a giugno 2014) con un numero di imprese clienti in crescita del 7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Il settore DRL, attivo nell'acquisto e nella gestione di portafogli di crediti non performing nel mercato unsecured, registra un margine pari a 19,4 milioni di euro rispetto ai 13,0 milioni nel corrispondente periodo del 2014 (+50,0%). L'ottima performance del semestre è il risultato di un'efficace raccolta di piani cambiari e manifestazioni di volontà - che hanno complessivamente registrato una crescita nell'ordine del 22% (83,4 milioni rispetto ai 68,2 milioni del 30 giugno 2014) - e da un'accelerazione dell'attività giudiziale della Legal Factory. Si evidenzia che il solo margine di intermediazione non è rappresentativo dell'andamento del settore DRL in quanto, relativamente ai crediti DRL in sofferenza, esclude gli effetti economici conseguenti alle variazioni dei flussi di cassa attesi, che vengono contabilizzati nella voce rettifiche/riprese di valore nette su crediti.
Il settore dei Crediti Fiscali si attesta a 7,5 milioni (4,4 milioni a fine del primo semestre 2014, +72,3%), grazie principalmente ai significativi incassi fatti registrare nel periodo e alla riduzione nei tempi di incasso delle esposizioni rispetto alle stime iniziali.
Il settore Governance e Servizi si attesta a 160,4 milioni rispetto ai 47,0 milioni del 30 giugno 2014 (+241,1%) grazie al contributo dell'utile da cessione derivante dall'operazione di riassetto del portafoglio titoli di Stato precedentemente citata. La redditività del settore beneficia dell'abbassamento del costo della raccolta retail, dovuto alla riduzione pianificata delle masse e dei tassi di interesse.
Nel secondo trimestre il margine di intermediazione si attesta a 193,5 milioni (69,5 milioni al netto dell'utile da negoziazione titoli) verso i 73,6 milioni nel corrispondente periodo del 2014. I crediti commerciali hanno contribuito per 37,9 milioni (verso 41,1 milioni), il settore DRL per 12,0 milioni (verso 6,4 milioni), i crediti fiscali per 3,6 milioni (verso 2,2 milioni) e il settore Governance e Servizi  per 140,0 milioni  (circa 16 milioni al netto dell'utile da negoziazione del portafoglio titoli di Stato) rispetto ai 23,9 dello stesso periodo del 2014. 

Le rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti sono risultate pari a 12,7 milioni di euro rispetto ai 21,2 milioni al 30 giugno 2014 (-40,1%). Il continuo trend decrescente, nel solo settore crediti commerciali, è da ascrivere agli effetti positivi delle azioni di monitoraggio costante sull'evoluzione del profilo di rischio creditizio associato alla controparte. Tale andamento si è verificato in presenza di una rigorosa e sempre coerente politica adottata dalla Banca nelle valutazioni di merito creditizio. Il decremento delle rettifiche di valore si traduce in un netto miglioramento del costo del rischio di credito relativamente ai crediti commerciali, calcolato negli ultimi 12 mesi rispetto all'impiego medio su tale categoria, che si attesta a 112 bp.
Il rapporto sofferenze/impieghi nel settore crediti commerciali scende all'1,2% rispetto al 1,3% del 31 dicembre 2014.
Il coverage ratio delle sofferenze del settore crediti commerciali si attesta all'87,2% rispetto all'86,4% del 31 dicembre 2014.

Il risultato netto della gestione finanziaria del Gruppo è pari a 247,8 milioni (123,8 milioni al netto degli effetti della citata operazione di cessione) contro i 121,8 milioni del 30 giugno 2014 (+103,4%).
Il risultato netto della gestione finanziaria del settore Crediti Commerciali cresce del 13,6% a 63,8 milioni di euro contro 56,2 milioni del primo semestre 2014, principalmente per effetto della riduzione delle rettifiche di valore nette su crediti; quello del settore DRL è pari a 20,2 milioni contro 14,3 milioni al 30 giugno 2014 (+41%) per l'effetto delle modalità operative di raccolta introdotte nel settore DRL dal marchio CrediFamiglia; quello dell'area Crediti Fiscali si attesta a 7,5 milioni di euro rispetto ai 4,3 milioni del 30 giugno 2014, con un incremento del 75,6% per le ragioni già esposte nella sezione "margine di intermediazione". Infine, il risultato netto della gestione finanziaria del settore Governance e Servizi, al netto degli effetti della citata operazione di riassetto del portafoglio titoli di Stato, registra un calo del 31,5%, attestandosi a 32,2 milioni di euro contro i 47,0 milioni del primo semestre 2014. Giova ricordare che tale risultato è influenzato anche  dalle rettifiche di valore (4,2 milioni di euro) apportate a due titoli di capitale non quotati, per tener conto delle evidenze di perdite durevoli emerse in sede di valutazione (impairment).
Nel secondo trimestre il risultato netto della gestione finanziaria si attesta a 182,7 milioni (60,9 milioni nel secondo trimestre del 2014). I crediti commerciali vi hanno contribuito per 30,0 milioni (27,8 milioni nel secondo trimestre 2014, +7,9%), il settore DRL per 11,3 milioni (7,1 milioni nello stesso periodo del 2014, +60,2%); i crediti fiscali per 3,6 milioni (2,0 milioni nel secondo trimestre del 2014, +76,2 %); il settore Governance e Servizi ha registrato 137,8 milioni contro 23,9 al 30 giugno 2014 .

Al 30 giugno 2015 i costi operativi, pari a 51,8 milioni di euro contro 46,6 milioni del primo semestre 2014, aumentano complessivamente dell'11,1%. Le spese per il personale, pari a 23,7 milioni, crescono dell'11,6% (21,2 milioni nel 2014) per effetto delle nuove assunzioni avvenute: sono 98 le risorse aggiunte nei primi sei mesi del 2015, con un incremento del 15,9% rispetto a dicembre 2014. L'incremento delle spese del personale è coerente con l'obiettivo di strutturare maggiormente alcune aree e servizi a supporto del business e del contesto in cui il Gruppo è chiamato ad operare. In totale il numero dei dipendenti del Gruppo a giugno 2015 è di 681 risorse.
Le altre spese amministrative, pari a 27,5 milioni di euro contro i 23,3 milioni del primo semestre 2014, registrano un incremento del 17,7% rispetto al 30 giugno dell'anno precedente, per effetto principalmente dell'aumentata attività connessa al settore DRL i cui costi di recupero e spese di informazione alla clientela (rispettivamente pari a 4,1 milioni di euro e 1,6 milioni di euro), sono attualmente esposti in tale voce di conto economico. Aumentano inoltre le spese per il reengineering dei processi di business e del sistema dei controlli interni, richiesto dagli adeguamenti alle nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche in materia di sistema dei controlli interni, sistema informativo e continuità operativa.

Il cost/income ratio (rapporto tra costi operativi e margine di intermediazione) si attesta, al 30 giugno 2015, al 19,6% (36,8% considerando il margine di intermediazione al netto dell'utile da cessione su titoli di Stato) contro il 32,6% del 30 giugno 2014.
L'utile lordo del periodo si attesta a 196,0 milioni di euro contro 75,2 milioni del 30 giugno 2014.
Le imposte sul reddito ammontano a 65,2 milioni verso 25,1 milioni al 30 giugno 2014. Il tax rate di Gruppo scende al 33,3% nel primo semestre 2015 dal 33,4% del 30 giugno 2014.
L'utile netto di periodo totalizza 130,8 milioni di euro, rispetto ai 50,1 milioni del 30 giugno 2014 con un incremento del 161,3%.
Nel secondo trimestre l'utile netto è pari a 104,5 milioni (25,4 milioni dello stesso periodo del 2014).

Dinamiche patrimoniali del consolidato
L'attivo del Gruppo, che al 30 giugno 2015 ammonta a 7.221,4 milioni (8.309,3 milioni al 31 dicembre 2014), è principalmente costituito da crediti verso la clientela e da attività finanziarie disponibili per la vendita.
Il totale dei crediti verso la clientela è pari a 3.152,1 milioni, in aumento del 12% rispetto ai 2.814,3 milioni a fine del 2014. Nel dettaglio i crediti commerciali, pari a 2.617,2 milioni di euro al 30 giugno 2015, aumentano di 162,1 milioni rispetto alla chiusura dell'esercizio 2014 (+6,6%). L'incidenza delle esposizioni creditizie verso la Pubblica Amministrazione al 30 giugno 2015 è pari al 27,6% del totale dei crediti del settore contro il 27,1% al 31 dicembre 2014, mentre l'incidenza delle esposizioni verso il settore privato è pari al 72,4% (contro il 72,9% al 31 dicembre 2014). I crediti DRL aumentano di 85,0 milioni di euro (+62,8%) a 220,4 milioni per un valore nominale dei crediti gestiti di 6.823,4 milioni di euro. Tale crescita è stata perlopiù realizzata grazie all'intensa attività di acquisto di portafogli avvenuta nel semestre. I crediti fiscali diminuiscono di 5,2 milioni di euro a 114,3 milioni (-4,3%), soprattutto in seguito all'avvenuto incasso nel periodo considerato di due significative esposizioni. Per quanto riguarda il settore Governance e Servizi, i crediti verso la clientela aumentano di 95,9 milioni di euro a 200,3 milioni (+91,9%), prevalentemente per effetto della marginazione in Cassa Compensazione e Garanzia (CCG) legata alle operazioni di pronti contro termine passivi in Titoli di Stato sulla piattaforma MTS.
Per quanto attiene all'attività a favore delle PMI, la durata delle esposizioni si conferma a breve termine, in linea con la strategia di supporto al capitale circolante adottata dal Gruppo. I tempi medi di incasso si attestano infatti a 3 mesi per le esposizioni nei confronti di privati e tra i 4 e i 6 mesi verso la Pubblica Amministrazione.

Il totale delle attività deteriorate nette, anche in virtù delle recenti acquisizioni nel settore DRL, si attesta a 340,3 milioni a giugno 2015 contro i 248,1 milioni a fine 2014 (+37,2%).
Le attività deteriorate nette nel settore dei crediti commerciali, la cui dinamica è la sola di effettivo interesse ai fini della considerazione della qualità del credito della Banca, si attestano a 119,8 milioni di euro da 112,6 milioni a fine 2014, in crescita del 6,4%. L'incidenza delle attività deteriorate nette su totale degli impieghi del medesimo settore è pari al 4,6%, in linea con il dato del 31 dicembre 2014, e al 22,9% (25,7% a dicembre 2014) rispetto al patrimonio netto del Gruppo.
La composizione delle attività deteriorate nette del Gruppo nel solo settore dei crediti commerciali è di seguito riportata:
- Le sofferenze nette ammontano al 30 giugno 2015 a 32,4 milioni contro 33,0 milioni a dicembre 2014; il rapporto tra le sofferenze nette e gli impieghi netti del settore scende all'1,2% rispetto all'1,3% del 31 dicembre 2014.
- La nuova categoria delle inadempienze probabili nette, che ricomprende le posizioni precedentemente classificate ad incaglio soggettivo e ristrutturate, presenta un saldo al 30 giugno 2015 di 42,0 milioni rispetto ai 43,8 milioni del 31 dicembre 2014 (-4,1%). Tale riduzione è principalmente riconducibile ad un incremento nei livelli di copertura della categoria, che passano dal 24,5% del 31 dicembre 2014 al 29,1% del 30 giugno 2015, a fronte della puntuale e rigorosa politica di valutazione adottata dal Gruppo.
- Le esposizioni scadute nette, che nella nuova definizione data da Banca d'Italia ricomprendono, oltre alle posizioni già classificate in precedenza come scadute, anche gli incagli oggettivi, ammontano al 30 giugno 2015 a 45,5 milioni contro l'analogo dato di 35,8 milioni a dicembre 2014 (27,1%). Le variazioni nello scaduto deteriorato sono normali nel business model della Banca. In questo frangente tali variazioni sono perlopiù riferibili a una singola operazione rientrata nei primi giorni di luglio. Le esposizioni scadute nette si riferiscono per 3,1 milioni (3,9 milioni a fine 2014) a crediti vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione acquistati a titolo definitivo nell'ambito dell'attività di finanziamento.
 
Le attività finanziarie disponibili per la vendita (AFS), che includono titoli di debito e titoli di capitale, si attestano al 30 giugno 2015 a 3.803,2 milioni rispetto ai 243,3 milioni a fine 2014 (+1.463%), principalmente a seguito dell'operazione di riassetto del portafoglio titoli di Stato perfezionata nel mese di aprile 2015. La relativa riserva da valutazione, al netto dell'effetto fiscale, al 30 giugno 2015 è negativa per 6,7 milioni (riserva positiva per 6,0 milioni al 31 dicembre 2014).

Il totale dei crediti verso banche al 30 giugno 2015 è risultato pari a 114,8 milioni, rispetto ai 274,9 milioni al 31 dicembre 2014 (-58,2%). Questa voce comprende alcuni titoli non quotati in un mercato attivo con controparti bancarie, per un ammontare di 5,0 milioni di euro (-54,6% rispetto al 31 dicembre 2014) ed impieghi di tesoreria presso altri istituti di credito per 109,8 milioni (-58,4% rispetto al 31 dicembre 2014), connessi essenzialmente al mantenimento di disponibilità eccedenti sul sistema.

L'ammontare del portafoglio titoli di debito al 30 giugno 2015 è pari a 3.798,8 milioni di euro e comprende titoli classificati fra le attività finanziaria disponibili per la vendita per 3.793,8 milioni di euro e fra i crediti verso banche per 5,0 milioni di euro.

La dinamica della raccolta, al netto del conto deposito rendimax e del conto corrente contomax, va analizzata in modo integrato in funzione dell'andamento del mercato ed è costituita da raccolta wholesale mediante pronti contro termine (classificati tra i debiti verso la clientela in quanto effettuati con controparte formalmente non bancaria), da operazioni di rifinanziamento sull'Eurosistema, nonché da operazioni di breve termine messe in atto dalla tesoreria verso altri istituti bancari. Il totale della raccolta, che al 30 giugno 2015 risulta pari a 6.494,9 milioni di euro con un decremento del 16,1% rispetto al 31 dicembre 2014, è rappresentata per il 93% da Debiti verso la clientela (70,8% al 31 dicembre 2014) e per il 7% da Debiti verso banche (29,2% al 31 dicembre 2014).
I Debiti verso la clientela ammontano al 30 giugno 2015 a 6.037,6 milioni di euro (+10,1% rispetto al 31 dicembre 2014). L'incremento è dovuto principalmente al maggior utilizzo di pronti contro termine con sottostante titoli di Stato e controparte Cassa di Compensazione e Garanzia che si attestano a 3.010,5 milioni di euro (contro 2.082,9 milioni di euro a fine 2014). La raccolta retail si attesta a 2.930,6 milioni di euro del 30 giugno 2015, di cui 2.865 milioni riferibili a rendimax e 65,6 milioni riferibili a contomax, contro i 3.314,2 milioni di euro del 31 dicembre 2014. La dinamica è conseguenza della riduzione dei tassi avvenuta in modo graduale. La Banca continua a farsi carico dell'imposta di bollo proporzionale su rendimax e contomax, pari allo 0,20%.

I Debiti verso banche, che ammontano a 457,4 milioni di euro (rispetto ai 2.259,0 milioni di euro a dicembre 2014, -79,8%), risultano composti principalmente da raccolta derivante da operazioni di rifinanziamento su Eurosistema per 319,7 milioni di euro rispetto ai 2.226,9 milioni di euro al 31 dicembre 2014. Tale valore include per 119,7 milioni di Euro la tranche TLTRO di dicembre 2014 emessa ad un tasso fisso dello 0,15% con scadenza 26 settembre 2018. La rimanente parte dei debiti verso banche è rappresentata da depositi interbancari di cui 120,0 milioni di euro su piattaforma E-Mid. Il considerevole decremento dell'ammontare dei Debiti verso banche rispetto alla fine del precedente esercizio è conseguenza del minor ricorso al rifinanziamento sull'Eurosistema rispetto all'utilizzo della piattaforma MTS e controparte Cassa di Compensazione e Garanzia. L'utilizzo della fonte BCE o della piattaforma MTS trova ragione esclusiva in valutazioni di convenienza economica dovute all'andamento dei tassi di interesse.

Il Patrimonio netto consolidato si attesta al 30 giugno 2015 a 524,3 milioni di euro, contro i 437,8 milioni al 31 dicembre 2014 (+19,7%).
Per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali, il Total Own Funds Capital Ratio si attesta a 16,11% (14,21% al 31 dicembre 2014) mentre il Common Equity Tier 1 Ratio (CET1) è pari a 15,43 (13,89% al 31 dicembre 2014).

Evoluzione prevedibile della gestione
Continuano le aspettative di contenuta crescita nel breve termine nell'area Euro e in particolare in Italia.
La soluzione temporanea del problema Grecia riduce i timori di conseguenze negative derivanti da instabilità sui mercati finanziari. Il costo del denaro resta impostato su livelli bassissimi,  per effetto delle azioni di politica monetaria della BCE e di livelli di variazione dei prezzi estremamente contenuti. La bassa o nulla inflazione è frutto della dinamica dei prezzi delle materie prime e in genere del relativamente contenuto utilizzo dei fattori produttivi. Ci si attende che gli interventi di politica monetaria siano in grado di riportare l'inflazione verso gli obiettivi stabiliti dalle autorità.
Ad oggi non appare immaginabile un'uscita dalla crisi in assenza di nuovo credito bancario per l'economia reale. In questo contesto la capacità di assicurare supporto alle piccole e medie imprese, anche grazie al rafforzamento dei coefficienti patrimoniali e della liquidità, continua a rappresentare, per Banca IFIS, un vantaggio competitivo che le consente di acquisire nuova clientela e nuovi impieghi. Questo in un contesto di mercato ancora caratterizzato da una moderata offerta di credito e da una domanda ancora alla ricerca di soluzioni adeguate, soprattutto per le imprese più piccole e con merito creditizio meno misurabile o scarso.
Ciò considerato, Banca IFIS può continuare a fare affidamento su attese positive per il resto del 2015 per tutte le aree di business.
Rimane sempre più importante il ruolo che la Banca può rivestire nel settore dei crediti non-performing (DRL) grazie all'offerta di soluzioni che molti istituti di credito e operatori finanziari italiani ed esteri stanno ricercando. Continueranno il monitoraggio e la proposta di offerte di acquisto per portafogli di crediti vantati verso famiglie consumatrici che gli originators presumibilmente decideranno di cedere. Nonostante il perdurare della difficile congiuntura, la Banca sul fronte della gestione dei NPLs sta adottando soluzioni organizzative e gestionali che le permettono di ipotizzare l'incremento dei tassi di recupero.  In considerazione dell'elevata liquidità rinvenibile sul mercato, con scambi che avvengono a prezzi anche molto differenziati in funzione della qualità intrinseca dei portafogli; della capacità della Banca di trasformare la qualità dei portafogli in forza della propria azione nei confronti dei debitori; infine dell'opportunità di soddisfare più elevati volumi operativi con beneficio per la banca e per i debitori coinvolti dalle iniziative dell'istituto, non è da escludere il ripetersi di operazioni sul mercato secondario che vedano Banca IFIS cedere portafogli lavorati con l'obiettivo di liberare risorse operative destinandole ad ulteriori incrementi di attività.
L'operatività sui crediti fiscali vede la Banca rafforzare la propria posizione già di leader nel settore, in considerazione della buona redditività ritraibile nel medio termine da questi investimenti.
Sul fronte della raccolta retail ci si attende un'ulteriore contrazione del costo medio del funding. La discesa delle masse raccolte dovrebbe peraltro interrompersi in linea con le aspettative e tenuto conto dello scenario concorrenziale.
Per quanto concerne i titoli governativi nel portafoglio detenuto dalla Banca si ritiene, sulla base delle evidenze e della politica monetaria in essere, che il rifinanziamento di tale portafoglio continuerà ad avvenire a tassi di interesse nell'intorno o sotto lo zero quantomeno per l'esercizio in corso.
Allo stato e in considerazione delle dinamiche in ordine ai margini ritraibili investendo sul mercato dei titoli di stato, la Banca valuta la propria posizione come appropriata. Eventuali opportunità potranno essere valutate in coerenza con l'emersione di dinamiche di mercato favorevoli.
Infine, la Banca continuerà a valutare ulteriori nuove opportunità che dovessero presentarsi nei segmenti sui quali opera ed in mercati contigui o altrimenti valutabili come interessanti nelle strategie di sviluppo declinate.
In considerazione di quanto sopra, è ragionevole prevedere per il Gruppo un andamento positivo della redditività per il 2015.

Fatti di rilievo successivi alla chiusura del periodo
Il 17 giugno 2015 è stata lanciata sul mercato una nuova unità di business denominata "Farmacie", integrata alla già esistente area "Banca IFIS Pharma". Obiettivo di tale unità supportare le esigenze di finanziamento a medio termine di oltre 15.000 farmacie distribuite su tutto il territorio nazionale attraverso un nuovo strumento: il finanziamento a medio termine finalizzato al supporto del debito di fornitura dedicato ad una clientela imprenditoriale retail, erogando credito ai titolari di farmacia a fronte delle loro esposizioni commerciali. Grazie ad un know-how consolidato e una conoscenza approfondita del mercato, arricchita dall'ingresso di un team di professionisti che vantano una lunga esperienza nel settore, Banca IFIS unisce in questo ramo di business due forti specializzazioni: il finanziamento alle imprese, erogato grazie all'uso del factoring quale strumento di mitigazione del rischio di credito, e la presenza nel settore farmaceutico e sanitario di Banca IFIS Pharma, specializzata nelle soluzioni gestionali per le aziende interessate a cedere i propri crediti vantati verso il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) e la PA.

Dichiarazione del dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari
Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, Emanuel Nalli, dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l'informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri ed alle scritture contabili della società.

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