Andrea Mazzoleni, Candidato Circoscrizione nord ovest Lista Io Cambio - MAIE

Un voto per un'Europa migliore.
Como, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni) L’esperienza di lavoro nei servizi socio psichiatrici del Canton Ticino mi ha fatto incontrare quotidianamente, tra i connazionali e gli emigrati di altri paesi, non solo i casi cosiddetti più gravi, affetti da problematiche psicologiche quasi incompatibili con una normale vita di relazioni familiari, sociali, lavorative ecc., ma anche persone con disagi più lievi, persone che hanno famiglia, lavoro, cultura. Quando un lavoratore, per motivi che rispondono esclusivamente a leggi produttive o di mercato, è declassato o non si vede riconosciuto nelle proprie attitudini, subisce, sul piano psicologico, nella sua configurazione identitaria, un vero e proprio trauma, spesso sottovalutato se non del tutto ignorato: l’identificazione lavorativa, l’autostima, il sistema delle sue motivazioni, l’organizzazione delle sue personali sicurezze vengono meno. Ciò crea una “situazione sociale marcata dal malessere del lavoro, dal timore di perdere il proprio posto di lavoro e non poter tornare ad avere più una vita sociale, e di dover impegnare la vita solo nel lavoro e per il lavoro, con l’angoscia legata alla coscienza di un’evoluzione tecnologica che non risolve le necessità sociali. È un processo che rende precario tutto il vivere sociale.”La profonda conoscenza di queste problematiche, di cui mi occupo da oltre trent’anni, oltre ad una solida esperienza politico sindacale ed, in seguito, imprenditoriale, mi porta a chiedere fiducia agli elettori che sanno di poter eleggere un rappresentante vicino ai loro problemi quotidiani sia individuali che collettivi.«Faremo battaglie di libertà. E la libertà di cura è una di queste».Oggi la politica non può più rettificare questa deriva suicida e perversa, questa ingiustizia radicale e questo imbarbarimento del sistema? La politica dovrà allora soccombere a questa subdola quanto pervasiva prova di forza e lasciare in ostaggio la nostra economia reale, la nostra dignità di persone e tutto il tessuto relazionale, sociale, umano e culturale della nostra società? La crisi che ci accompagna non è infatti più un problema di partiti, di ideologie, di destra e sinistra, di contrapposizioni storicamente determinate, se ancora non lo abbiamo capito! Perché se così fosse sarebbe allora un confronto sterile fra chi oramai è fuori dai grandi eventi decisionali che sono i motori e i responsabili di quello che ci sta accadendo e che ci troviamo addosso. Ritorniamo quindi all'economia del lavoro e del fare, alla supremazia della politica rispetto alla finanza e al rispetto della dignità iumana, al senso di responsabilità, unitamente ai valori umani, culturali, esistenziali, relazionali, morali ed istituzionali senza i quali qualsiasi scelta operativa sarà un fallimento annunciato!
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