Gli italiani promuovono gli infermieri: "Sono una delle professioni del futuro"

Secondo una ricerca realizzata dal Censis per la Federazione Ipasvi quattro italiani su cinque giudicano positivamente l'operato degli infermieri e ritengono che sia una professione con un alto valore sociale, nove su dieci pensano che sarà una figura sempre più importante nella sanità italiana.
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) La professione dell'infermiere viene riscoperta dagli italiani: non solo è molto apprezzata da pazienti e familiari ma gode anche di un riconoscimento sempre maggiore nell’opinione pubblica per il suo alto valore sociale.
È, in grande sintesi, quanto risulta dall’indagine che la Federazione dei Collegi Ipasvi ha promosso con il Censis sull'upgrading delle professioni infermieristiche come risposta per costruire la sanità del futuro.
I risultati dello studio saranno illustrati nel corso del XVI Congresso Nazionale della Federazione Ipasvi, a Bologna dal 22 al 24 marzo, che vedrà la partecipazione di circa 3.500 iscritti a rappresentare gli oltre 400.000 infermieri del nostro Paese.
Dall’indagine risulta, appunto, che il 76,5% degli italiani che ha avuto rapporti diretti o indiretti con gli infermieri valuta come ottima o buona l’attività da loro svolta. Sono giudicate migliori, in particolare, le competenze tecnico-professionali (il 55,5%), la capacità di relazionarsi con i pazienti e i familiari (48,8%), la cortesia e la gentilezza (41,6%).
«Sono dati che non ci sorprendono – commenta la Presidente della Federazione Ipasvi Annalisa Silvestro – da sempre gli infermieri sono coloro che si trovano più vicini ai pazienti e alle loro famiglie. Quello che però ci dà ulteriore soddisfazione è che dall’indagine emerge anche la sempre maggior consapevolezza, nell’opinione pubblica, del ruolo che gli infermieri rivendicano nel contesto del sistema sanitario italiano».
Secondo l'indagine realizzata dal Censis, infatti, oltre l’87% degli italiani ritiene che l’infermiere sia una professione importante e il suo upgrading viene visto come strumento di miglioramento della sanità.

«La ricerca ha dimostrato che l'infermiere è una professione con un crescente appeal per i giovani e le famiglie, che sono pronte a incoraggiare i figli che scelgono di iscriversi ad Infermieristica – afferma Carla Collicelli, Vice Direttore del Censis – del resto gli immatricolati provengono sempre più dai licei, hanno ottenuto voti alti alla maturità e fanno del Corso di Laurea in Infermieristica la prima scelta. Un altro aspetto importante da ricordare è il buon giudizio della maggioranza degli italiani sull'attività degli infermieri con cui sono entrati in contatto».
Oltre la metà degli italiani, inoltre, si dichiara d’accordo con la scelta di affidare i casi a bassa complessità nei Pronto Soccorso (i “codici bianchi”) direttamente agli infermieri anziché ai medici, per abbreviare i tempi di attesa e di intervento.
«Se la cultura “… è quanto concorre alla formazione dell’individuo sul piano intellettuale e morale e all’acquisizione della consapevolezza del ruolo che gli compete nella società…”, allora noi infermieri – spiega Silvestro – vogliamo mettere a disposizione quello che abbiamo pensato, studiato, approfondito, progettato, sperimentato ed esperito nell’assistenza, nell’organizzazione, nella didattica-ricerca e nelle complesse e reticolate relazioni che quotidianamente intessiamo».
In questa logica il XVI Congresso Nazionale della Federazione Ipasvi si sviluppa attraverso la presentazione di numerose relazioni contenenti approfondimenti professionali, elaborazioni progettuali o sperimentazioni in ambito organizzativo gestionale e didattico-formativo.
Un’intera sessione, per esempio, è dedicata a un confronto sui percorsi e i paradigmi della cultura infermieristica, con una tavola rotonda introdotta da alcune riflessioni di Umberto Veronesi.
Una seconda sessione è dedicata all’illustrazione delle esperienze che i team infermieristici hanno condotto in tutto il Paese. Si tratterà di una selezione di progetti sulle centinaia di segnalazioni che sono giunte al gruppo di valutazione e che, purtroppo, era impossibile inserire tutte nel programma. In questo contesto, un momento specifico è dedicato anche a un segmento particolare della professione, quello degli infermieri pediatrici, mentre un altro è riservato all’approfondimento di un fenomeno quanto mai attuale, quello dell’esercizio libero-professionale.
È prevista poi una tavola rotonda sulla cultura e le responsabilità nell’assistenza e nelle relazioni con le altre professioni sanitarie.
Infine, la quarta e ultima sessione del Congresso vedrà intervenire alcuni esperti sul tema del contributo che gli infermieri possono portare per l’innovazione sostenibile del sistema salute.
«Noi continuiamo a ritenere – sottolinea la Presidente Ipasvi – che il Servizio Sanitario Nazionale debba essere universale; ossia rivolto a tutti i cittadini a cui va mantenuto il diritto di avere un equo accesso a prestazioni e servizi che vorremmo fossero di qualità omogenea in ogni Regione del Paese. L’avere una sanità pubblica, ancora di più in un momento, come l’attuale, di forte crisi economica, è una garanzia. C’è però sul tavolo una grande questione che si intreccia col tema della sostenibilità: quella del governo o meglio, come si usa dire oggi, della governance del sistema salute. Ebbene – conclude Silvestro – io sono convinta che noi infermieri abbiamo molto da dire: ci riteniamo, infatti, portatori di una ricca, peculiare e innovativa cultura che può divenire ed essere considerata un valore aggiunto per il sistema e da cui il sistema può trarre linfa vitale per promuovere e realizzare una modernizzazione “etica” dei processi sanitari».
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