Home sweet Home

L'evento affronta la tematica dell'autolesionismo rivisitata in chiave moderna, un fenomeno in crescita fra gli adolescenti vissuto come un gioco.
Colle Val d'Elsa, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Home sweet home
How can I stop cutting
di Paola D.

Il 23 marzo alle ore 21 al Teatro del Popolo di Colle Val d'Elsa è andata in scena una moderna Elettra di Sofocle rivisitata da Arsenale delle Arti con la partecipazione di Associazione Amici di Romano Bilenchi, Associazione Scintilla, Toscoespansi per l'allestimento delle scene e il Patrocinio del Comune di un Colle Val d'Elsa.
Ha introdotto la serata Riccardo Zerbetto con Matrescere, odiare, diventare, essere mia madre. Lo psichiatra ha affrontato i temi del rapporto fra madre e figlia alla luce del mito per poi addentrarsi più specificatamente nella tematica dell'autolesionismo da un punto di vista clinico. "Il tema del tagliare -ha detto Zerbetto-nasce con l’origine stessa della nostra condizione umana, sia in senso letterale (con il taglio del cordone ombelicale) che in senso mitico-religioso: l’angelo della Genesi con la spada di fuoco che ci separa dall’Eden primario rappresentato dalla simbiosi con la madre. Ma il coltello che taglia e separa compare anche nel sacrificio di Ifigenia operato da Agamennone, come anche in quello di Isacco (poi sostituito da un capretto) che viene chiesto ad Abramo.
Il taglio evoca quindi un aspetto archetipico che rimanda alla discontinuità, al separare, all’incidere la levigata continuità della pelle con un segno indelebile e cruento. Non stupisce che tale gesto si presenti spesso, come nella vicenda di Elettra che ci viene riproposta in chiave odierna, come allusiva di volontà di separazione di una figlia da una madre di cui avverte il potere simbiotizzante ed intrusivo”
L'Associazione Arsenale delle Arti attraverso la rappresentazione ha decisamente offerto un contributo alla riflessione su un tema di scottante attualità che in questo ultimo periodo storico mostra dati impressionanti in un crescendo di casi rilevato da studi e ricerche fornite dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. In Inghilterra nel 2002 fu pubblicato uno studio completo dal British Medical Journal in base al quale veniva evidenziato che il 6,9% degli adolescenti si era auto-provocato un danno, l'OMS in uno studio effettuato negli anni 2013-2014 ha messo a confronto i risultati constatando che la percentuale degli adolescenti che si è autoprovocato un danno è salita al 20% con una maggiore propensione delle ragazze rispetto ai maschi, come si evince dagli studi di Fiona Brooks, una delle massime studiose ed esperte in questo settore.
Alle 21,30 una voce fuori campo esclama:"Dio ti ha punito e ti ha dato in mano a una donna..", la tragedia ha inizio con una scenografia d'avanguardia che rappresenta l'immagine di una madre ingombrante e onnipresente che tutto vede e tutto controlla dall'alto, infelice per una carriera nel mondo dello spettacolo rimasta inespressa a causa della nascita della figlia.
Un cavallo a dondolo da un lato, uno specchio dall'altro lato, raccontano le due anime della protagonista interpretata da Cristina Castellini: bambina ingenua e desiderosa di affetto l'una, infelice, rabbiosa e ambigua nel suo amore verso il fratello, l'altra. Il suono del telefono scandisce momenti significativi, connotando le frasi pronunciate di inquietanti significati mentre la madre interpretata da Filippo Basetti, resta immobile nel suo abito candido che riflette scene di vita, occhi, mani, immagini di un passato ancora presente. "Le pulsioni prendono forma, le emozioni dei personaggi sono pesanti, scure. Parola, immagine, scrittura si contaminano e si fondono creando un nuovo linguaggio", mentre Elettra, è alla disperata ricerca della propria individualità fra separazioni, ferite e inconfessabili pulsioni che la spingono a cercare una perfezione che assomiglia più alla morte che non alla vita. Tempo e spazio si fondono ed annullano le dimensioni inscritte in momenti e luoghi definibili. Ogni tempo ed ogni spazio possono generare schiavitù affettive dove ogni forma di desiderio viene censurata e rende la donna incompleta. La metafora delle scarpe con i tacchi alti regalate alla figlia da una figura simbolica, rende visibile il concetto della rigidezza mentre la frase pronunciata dall'emblematica figura vestita di rosso incide lo spazio:"Ti voglio bene ma non basta per salvarti!"
Le musiche attinte al repertorio di canzoni moderne intervallano momenti incisivi e portano alla conclusione con il ritorno alla mamma sull'aria di.......".......son tanto felice perchè ritorno da te!.."
Fra gli altri attori Martino Montomoli, qui nella veste del padre, del fratello e dell'amante a cui va una menzione speciale, alla regia il contributo di tutto il gruppo che è riuscito a creare una sinergia efficace e ben amalgamata. Chiara Carnemolla nei panni della sorella, Margherita Nardi nelle vesti della protagonista bambina. Collaboratrice Cristina Castellini che è anche autrice del testo tratto da Elettra di Sofocle, le scene sono di Luca Nardi, le luci di Daniele Sacchi. Qualche piccola sbavatura nella realizzazione tecnica ma i giovani attori, la sceneggiatura calata perfettamente nel terzo millennio, e il coraggio nell'affrontare un tema tanto scabroso, meritano senz'altro il biglietto.
L'Associazione Arsenale delle arti è un centro permanente di vita culturale, artistica e associativa, basta su principi solidaristici e di aggregazione sociale volontaria e si propone di offrire ai propri associati e alle comunità cittadine servizi finalizzati allo sviluppo culturale, alla promozione sociale e civile, alla sempre più ampia diffusione dei valori delle arti e della cultura.
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