Stefano – La creatività del cuore

... Ciò che realizza sulle tele, con l’aiuto degli insegnanti, sono micro cosmi, spesso dalle fattezze quasi oniriche, orizzonti alla Borges…
FORLI'- ITALIA, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) Articolo di Jacopo Catozzi dedicato a Stefano Montecchi.
Stefano è piuttosto riservato, sembra quasi voler racchiudere il suo speciale mondo interiore all’interno di una ampolla invisibile; fragilissima eppure in grado di arginare gli alienanti conformismi sociali. A volte ti parla, tra un colpo di pennello e l’altro; tra una variazione cromatica e l’altra. Ti racconta frammenti del suo passato, schegge del suo presente. La spontaneità contraddistingue il suo modo di comunicare: verbale e pittorico. La pittura è un pretesto, un grande pretesto artistico; la motivazione di fondo, non detta ma ricca di pathos emotivo, l’essere apprezzato, ascoltato, non giudicato. Allora intuiamo che, la ricerca di Stefano verte su qualcosa di universale: la possibilità di ritrovarci, nonostante le mille e più contraddizioni che avvelenano il nostro spirito nel mondo contemporaneo. Stefano utilizza le meccaniche tipiche del linguaggio poetico; sinestesie. Ciò che realizza sulle tele, con l’aiuto degli insegnanti, sono micro cosmi, spesso dalle fattezze quasi oniriche, orizzonti alla Borges…in cui capiamo che l’importante non è certo agghindarci con orpelli e apparenti cacofonie intellettualoidi, no di certo! L’essenza dell’arte, come prassi della comunicazione, è la ricerca della verità in noi. Un artista che, senza volerlo, esplicita in maniera molto semplice i concetti fondamentali delle filosofia socratica. Perché Stefano non vuole definirsi poeta, artista, o pittore; ciò che desidera è trasmettere il sublime e oggi gironi non sempre così scontato, valore dell’essere umano. L’uomo, come essere, nel senso di nous; l’essenza creativa, l’archè primordiale! Il ritrovare noi stessi, per incontrare gli altri: un cuore limpido, un cuore che non ha paura di osare, di abbattere i muri dei pregiudizi, che proprio per questo travalica gli stereotipi della realtà. Stefano è dunque un ricercato di archetipi; li realizza sul foglio, ispirandosi ai grandi della storia dell’arte, li ricerca a voce, parlando delle sue emozioni. Una volta trovati questi archetipi, li de-strtturalizza, insegnando a tutti noi che l’handicap vero e proprio è solo quello mentale che ogni giorni ci costruiamo chiudendoci in noi stessi.
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