Nel mare magnum dell’emergenza coronavirus, la moda torna a schierarsi ancora una volta al fianco delle persone e delle comunità colpite da questa pandemia. La moda dimostra ancora una volta di non voler solo far bene anche occhi ma anche al cuore. Vetrine e porte ben serrate: una delle boutique Chanel in Francia, attualmente (tutte) chiuse a causa dell’emergenza coronavirus. Chesnot Getty Images
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Questo significa che fino alla fine di aprile le realtà italiane che fanno capo alla griffe (Roveda, Gensi, Samanta, Global Dc Chanel Coordination Srl Vittuone e Chanel Coordination Srl Osmannoro) si impegnano a mantenere il 100% del salario dei loro 750 lavoratori. Chanel ed Hermès mandano un messaggio forte in fatto di responsabilità sociale e rinunciano agli ammortizzatori sociali per attutire l'impatto economico del Covid-19. Allo sforzo si…
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Nello spirito di uno sforzo reciproco per prepararsi alla fine della crisi e per mantenere i salari, pienamente supportati da queste società durante questo periodo, è stato domandato ai collaboratori di partecipare a questa iniziativa di solidarietà".Inoltre, la filiale italiana di Chanel effettuerà diverse donazioni per un totale di 1,3 milioni di euro per la Protezione Civile Italiana, l'Ospedale Sacco di Milano, l'Ospedale Papa…
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"Con un approccio responsabile e civico”, prosegue la nota, “queste aziende si impegnano inoltre a mantenere al 100% gli stipendi dei loro 1.100 dipendenti, fino alla fine di aprile”. “Nello spirito di uno sforzo reciproco”, si legge, “per prepararsi alla fine della crisi e per mantenere i salari, è stato richiesto ai collaboratori di partecipare all’iniziativa di solidarietà utilizzando alcuni giorni di ferie”.
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Coronavirus, la “scelta etica” di Chanel: per i lavoratori stipendi pieni, niente cassa integrazione
Devi attivare javascript per riprodurre il video. Coronavirus, i Cobas plaudono a Chanel: “Scelta etica”. La decisione di Chanel di non ricorrere alla cassa integrazione per i propri dipendenti è stata accolta con soddisfazione dal sindacato dei Cobas che ha parlato di “scelta etica”. Il tuo browser non può riprodurre il video. La filiale italiana della maison francese non ricorrerà alla cassa integrazione prevista dallo Stato per contrastare la…
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Emergenza Coronavirus. Inizia così la nota pubblicata dalla sezione italiana della maison di moda spiegando che “questa decisione mira a non gravare sui conti pubblici, in modo che lo Stato italiano possa dare priorità agli aiuti rivolti alle aziende più vulnerabili e possa concentrare le proprie risorse sul sistema sanitario, sul personale infermieristico e sulle organizzazioni di soccorso. Nello spirito di uno sforzo reciproco per prepararsi alla fine…
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La casa di moda ha anche stanziato delle donazioni pari complessivamente a 1,3 milioni di euro che saranno indirizzate alla Protezione Civile Italiana, all’Ospedale Sacco di Milano e all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Inoltre la Società Roveda e il Centro di distribuzione di Vittuone, che già hanno fornito apparecchiature informatiche ai pazienti ricoverati, effettueranno una donazione alle strutture ospedaliere e a quelle di pronto soccorso situate nelle vicinanze.
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