Ciò fa pensare che negli Stati Uniti l’inflazione negli ultimi mesi vada oltre un normale rimbalzo post recessione, riflettendo invece politiche macroeconomiche eccessivamente espansive. Tutto questo, come scrive Carlo Cottarelli, potrebbe portare a un innalzamento dei tassi d’interesse negli Stati Uniti Appare quindi difficile che negli Stati Uniti l’inflazione a fine anno si collochi al livello previsto dalla Fed…
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Ma far finta che l'inflazione sia una bestia scomparsa per sempre è altrettanto sciocco Economisti, politici e giornalisti pensano che la bestia dell'inflazione sia stata sconfitta una volta per tutte: da almeno quarantanni non rappresenta più un problema. Tassi di interesse alti per combattere l'aumento dei prezzi, e politiche di interessi bassi quando l'economia non tirava. L'inflazione americana è cresciuta del 5 per cento su base annua: il massimo da quindici anni.
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Le azioni hanno ripreso il loro rally lungo un mese, cancellando la maggior parte delle loro perdite dal forte calo di lunedì quando la diffusione della variante Delta ha sollevato allarmi sulle nuove misure di blocco. Mercoledì, entrambi i benchmark hanno recuperato gran parte delle pesanti perdite del lunedì dovute alla variante Delta Unilever è crollato di oltre il 4% dopo aver registrato una diminuzione dell’utile ante imposte per la prima metà dell’anno.
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A cura del team obbligazionario di Mediobanca SGR PERFORMANCE TASSI DI CAMBIO – Dati aggiornati alle 17.30 del 23 luglio 2021 Nell’Eurozona, così come UK, la curva si è appiattita, dato che il drammatico scoppio della settimana scorsa nei Paesi Bassi non sta più peggiorando. L’euro, dopo essere tornato brevemente sopra 1,18, ha chiuso la settimana al di sotto di quel livello. Nel G10, il dollaro canadese ha recuperato parzialmente le perdite registrate nella settimana precedente: ha chiuso la settimana apprezzandosi dello 0,4% contro il biglietto verde.
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Il dato ha portato a un calo generalizzato per le materie prime, sebbene i prezzi di molte commodities rimangano su livelli record. Da marzo 2020 ad oggi lo S&P 500 ha raddoppiato il suo valore, mettendo a segno un rialzo storico dopo il crollo per la pandemia di Covid-19. Nonostante i timori sull’inflazione negli Stati Uniti, con un aumento del 5,4% registrato a giugno, il più alto dal 2008, la borsa USA continua a viaggiare su ritmi di crescita record.
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Quando si rientra si è costretti a rincorrere tutti gli eventi settimanali per “rimettersi in pari” e tornare pienamente in carreggiata. Anzi, aspettiamoci pure, SEMPRE nel nome della flessibilità possibili acquisti anche a ritmi più alti e con importi più rilevanti, se sarà necessario. Sembra ci sia l’esigenza di continuare a dirigersi verso titoli a duration breve, a copertura dei rischi di ribasso.
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La prima è che, sebbene da noi l’inflazione sia ancora bassa, la logica delle chiusure/riaperture può mettere in tensione alcuni settori, provocando effetti transitori sui prezzi Quando il dibattito è iniziato, l’inflazione Usa viaggiava poco al di sotto del 2 per cento, negli ultimi mesi si è portata sopra il 5 per cento. Dato il peso delle auto usate nel paniere dell’indice dei prezzi Usa, ne deriva che queste da sole spiegano un punto e mezzo di maggiore inflazione.
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Tassi di interesse alti per combattere l’aumento dei prezzi, e politiche di interessi bassi quando l’economia non tirava E con l’aumento dei prezzi, occorre ricordarlo, ci sono vinti e vincitori. Queste conclusioni, come detto, sono firmate dalla Fed, ma il dicembre di cui parliamo è quello del 1965. Economisti, politici e giornalisti pensano che la bestia dell’inflazione sia stata sconfitta una volta per tutte: da almeno quarant’anni non rappresenta più un problema.
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A fronte dell’aumento dei prezzi, ben più critica è la posizione delle banche centrali, le quali devono chiedersi se sia possibile mantenere la politica attuale dei tassi d’interesse a zero. Per contro, se i tassi d’interesse salgono seguendo l’inflazione, vengono a bloccarsi i benefici dei tassi bassi. L’inflazione ha ripreso a correre, almeno negli Stati Uniti, che di norma hanno un tasso superiore rispetto a quello europeo.
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Economisti, politici e giornalisti pensano che la bestia dell'inflazione sia stata sconfitta una volta per tutte: da almeno quarantanni non rappresenta più un problema. L'inflazione americana è cresciuta del 5 per cento su base annua: il massimo da quindici anni. Ma far finta che l'inflazione sia una bestia scomparsa per sempre è altrettanto sciocco E con l'aumento dei prezzi, occorre ricordarlo, ci sono vinti e vincitori.
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L'inflazione non è uguale in tutta Europa: sulla corsa dei prezzi si giocano gli equilibri della Bce
Francoforte tollererà una ripresa dell'inflazione sopra il 2 per cento, ma è una media di situazioni molto diverse tra Paesi. Che sarà difficile tenere insieme L'inflazione non è uguale in tutta Europa: sulla corsa dei prezzi si giocano gli equilibri della Bce di Maurizio Ricci. (afp). La storica discesa dei tassi d'interesse ha reso sostenibile una mole di debito impensabile pochi anni fa: l'Eurozona è arrivata al 100% del Pil.
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Gli investitori sono preoccupati per la variante Delta, soprattutto dove i tassi di vaccinazione sono bassi come nel Sud-Est asiatico. Gli effetti negativi sulle economie avanzate dovrebbero essere limitati, ma anche l’inflazione potrebbe alimentare i dubbi circa la sostenibilità della ripresa. 1 ' di lettura. Allianz Global Investors vede effetti limitati sulla crescita nelle economie avanzate e sottolinea la tolleranza delle banche centrali sull’aumento dei prezzi ma alcuni indicatori segnalano sentiment…
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