La Bce ha comprato 30,2 miliardi di euro di bond nei primi cinque giorni di vita del 'Pepp', il programma di acquisto titoli per l'emergenza pandemica. Lo si legge nelle statistiche di Francoforte. Lo spread Btp-Bund ha toccato un minimo di 190 punti base, per risalire ora attorno a 191 punti, dopo i dati della Bce sugli acquisti di bond del programma Pepp. Ciò significa che la Bce sta intervenendo con forza, anticipando la potenza di fuoco del programma.
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Queste misure, precisa la Bce nel comunicato ufficiale, sono temporanee per la durata della crisi pandemica e legate alla durata del PEPP. Inoltre, la Bce ha deciso di rinunciare “al requisito minimo di qualità creditizia per strumenti di debito negoziabili emessi dalla Repubblica ellenica per l’accettazione come garanzia nelle operazioni di credito dell’Eurosistema”. In secondo luogo, il consiglio direttivo della Bce ha adottato altre misure temporanee, tra cui la decisione di abbassare il livello…
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L’istituzione con sede a Francoforte consentirà prestiti a grandi aziende, PMI e lavoratori autonomi con garanzie statali (come le garanzie ICO che sono state lanciate dal governo in Spagna) per fungere da garanzia per assistere alle iniezioni di liquidità. La BCE accetterà anche come prestiti collaterali con un rating creditizio peggiore e quelli denominati in una valuta diversa dall’euro. La misura a stella presentata dalla BCE non è tanto nella riduzione dello sconto sulle garanzie, quanto…
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Nel frattempo il consiglio direttivo ha dato mandato ai comitati dell'Eurosistema di "valutare misure per mitigare temporaneamente gli effetti sulla disponibilità di collaterale che dovessero derivare da downgrade dei rating dovuti all'impatto economico del Coronavirus". La Bce specifica che accetterà una "generale riduzione" del 20% degli haircut, cioè degli scarti di garanzia che applica nella valutazione del collaterale bancario a fronte di liquidità.
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Con un comunicato, l'istituzione parla di "provvedimenti senza precedenti sui collaterali, volti a mitigare l'inasprimento delle condizioni finanziarie nell'area euro". Da rilevare che le caratteristiche di ammissibiltà dei collaterali potrebbero avere ricadute anche sui piani di acquisti diretti di titoli della stessa Bce. I "collaterali" sono per lo più i titoli che le banche commerciali possono fornire alla Bce come garanzie per aggiudicarsi i suoi rifinaziamenti che ora sono…
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A marzo, ai 51,1 miliardi di asset acquistati dalla Banca Centrale Europea tramite i primi due piani, vanno aggiunti 15,4 miliardi riconducibili al piano di emergenza, il Pepp. La BCE incrementa lo shopping di Btp. Il mese scorso il focus della BCE si è spostato dal debito privato a quello pubblico che, già in maggioranza (60% a gennaio-febbraio), ha visto la sua quota portarsi al 73%. L’eccedenza, rispetto alla “capital key” italiana (le quote che ciascuna banca centrale nazionale detiene dell’azionariato della…
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Sale invece sensibilmente la percentuale degli ottimisti che sono in totale il 62%, più che raddoppiati rispetto al 30% del sondaggio precedente. E’ quanto ritiene la maggioranza degli operatori associati ad Assiom Forex che hanno preso parte al sondaggio di marzo condotto in collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocor. Spread: 57% operatori lo vede fra 150 e 200 punti nei prossimi mesi. Il fronte dello spread rimane uno dei più caldi di queste settimane.
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Ciò che conta per il momento è che, se l’Eurotower avesse seguito la stessa ripartizione anche per le operazioni effettuate in nome del Pepp, marzo si sarebbe concluso con riacquisti a favore dei BTp nell’ordine dei 15 miliardi. L’atteggiamento più flessibile seguito a marzo non è probabilmente frutto del caso, ma andrà comunque verificato nel corso dei mesi a venire. Un’accelerazione rilevante questa, visto che a febbraio erano stati riacquistati BTp e simili per appena 2,3 miliardi.
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Detto con le parole usate recentemente da Mario Draghi: “I livelli di debito pubblico dovranno essere incrementati. Saranno le fragilità o i punti di forza del settore privato dei singoli Paesi a determinare la quantità di risorse necessarie e verso quali settori dovranno esser maggiormente impiegate. A quel punto, un’ordinata gestione dell’eredità di debito pubblico lasciato da questa crisi dovrebbe essere nell’interesse di ciascun Stato membro.
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