La Stampa 02/03/2015
«È stato l’inferno e ora è il deserto. Non siamo più uomini, siamo topi». Quando riaprono le botole dei podval, dei rifugi sottoterra dove hanno perso il conto delle settimane mentre fuori esplodevano bombe a grappolo, missili e mortai, i cittadini di Debaltsevo piangono, imprecano. Poi si guardano indietro. Sanno che dovranno tornare in quella ste...
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