Alessandro Coatti ucciso in Colombia, la polizia cerca un «amico» conosciuto a Bogotá





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Mentre la polizia colombiana continua a cercare un uomo definito «amico» di Alessandro Coatti, lo scienziato italiano ucciso e smembrato a Santa Marta il 5 aprile, il caso si complica tra piste confuse e ritrovamenti macabri. Coatti, biologo molecolare di 38 anni originario di una frazione tra Ferrara e Ravenna, era arrivato in Sudamerica a gennaio per un periodo di vacanza e si era spostato a Santa Marta solo pochi giorni prima del delitto.
Dalle indagini emerge che sarebbe stato sequestrato poco dopo aver lasciato l’hotel, per poi essere assassinato con una violenza inusuale persino per una zona segnata da crimini efferati. Il modus operandi – il corpo fatto a pezzi e disseminato in punti diversi della città – ricorda quello utilizzato da gruppi criminali locali, ma il fatto che la vittima fosse un turista straniero ha spinto le autorità a valutare anche altre ipotesi. Tra queste, quella di un «messaggio» rivolto alla criminalità italiana, benché al momento non vi siano elementi concreti a sostegno di questa tesi.
Intanto, i ritrovamenti si susseguono: dopo i primi resti rinvenuti domenica scorsa, nella tarda serata di sabato è stata recuperata una gamba nel fiume Manzanares, il quarto frammento del corpo identificato. Le autorità colombiane, coordinate con gli inquirenti italiani che presto raggiungeranno il Paese, stanno verificando ogni possibile collegamento, incluso quello con l’«amico» che Coatti avrebbe conosciuto a Bogotá e con il quale avrebbe viaggiato prima di arrivare a Santa Marta.