Covid, medici di famiglia: "30% pazienti con sintomi. Rifiutano tampone per non isolarsi"

IL GIORNO SALUTE

L'allarme dei medici di famiglia arriva nel giorno in cui il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe registra un‘impennata record di contagi Covid (+58,9%), e l'aumento dei ricoveri ordinari (+14,4%) e delle terapie intensive (+12,6%).

"Ormai ogni giorno, negli studi dei medici di famiglia, si discute con pazienti che hanno sintomi riconducibili al Covid, che chiedono terapie, ma si rifiutano di fare il tampone in farmacia, da noi o in strutture pubbliche per non dovere essere costretti all'isolamento in caso di positività". (IL GIORNO)

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E questo ovviamente fa «correrè il virus, in particolare con la contagiosità delle varianti Omicron» Ma sintomi lievi. A parlarne all'Adnkronos è Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg). (leggo.it)

Quando va bene si fa il test fai da te e, se è responsabile, esce quando si è negativizzato. Da qui l'appello di Anelli: "Sul tracciamento delle infezioni da Covid-19 oggi va fatta una riflessione. (Adnkronos)

I numeri che vediamo, del resto, sono sottostimati perché buona parte di chi ha sintomi non fa il tampone. Per il presidente del medici, "c'è un'anomalia rispetto alle ondate precedenti quando, a fine giugno, i contagi erano quasi a zero (Adnkronos)

Così «la diffusione del virus è facilitata dalla mancata registrazione della positività e dal ricorso a test “fai da te”». A delineare il fenomeno per è Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), secondo il quale per l'“ondata estiva” di infezioni da Sars-CoV-2 molta responsabilità hanno i tamponi fai da te che «hanno banalizzato il testing» (La Stampa)