Facebook e i dati rubati, interviene il Garante: “Attenti al cellulare”

Nomi, indirizzi e-mail e numero di telefono, infatti, sono stati rubati e messi alla libera disposizione di possibili malintenzionati.

Tra queste, ad esempio, si annovera “l’improvvisa assenza di campo in luoghi dove normalmente il cellulare ha una buona ricezione”

Il Covid ha portato a cambiare molte nostre abitudini, come ad esempio il dover indossare la mascherina o il distanziamento sociale.

Proprio quest’ultimo ha contribuito ad aumentare il numero di utilizzatori di strumenti online, come ad esempio le mail o i social network. (ContoCorrenteOnline.it)

La notizia riportata su altri giornali

Nomi, indirizzi, e-mail e numero di telefono rubati e messi in vendita, sono 533 milioni i dati rubati da Facebook, tra cui ben 35 milioni di italiani. Il primo passo da fare consiste nel controllare se i propri dati siano stati o meno compromessi. (Io Donna)

Da poco tempo è possibile anche effettuare la funzione della ricerca del numero di telefono: introducendo il numero del proprio cellulare si può ottenere lo stesso riscontro. Dati finiti gratis in rete, grazie ad un sito per hacker. (Studio Cataldi)

Facebook non ha informato i suoi 533 milioni di utenti le cui informazioni personali sono state ottenute in seguito ad un leak avvenuto nel 2019 e non ha intenzione di farlo. Le informazioni includevano numeri di telefono, ID Facebook, nomi completi, luoghi, date di nascita, biografie del profilo e, in alcuni casi, gli indirizzi e-mail degli utenti (Sputnik Italia)

L’invito dell’ente è quello di contattare il proprio gestore telefonico e approfondire le ricerche. Un episodio del genere era già accaduto nel 2019, quando ad essere sottratti e messi in un database online sono stati circa 210 milioni di numeri di telefono, tutti connessi a rispettivi account Facebook. (Il Capoluogo)

Questa notifica informa gli utenti di una vicenda che risale al 2018, quando l’Agcm ha multato Facebook per una pratica commerciale scorretta. La notifica che tutti gli utenti italiani stanno ricevendo in queste ore è proprio la rettifica chiesta dall’Agcm. (Wired.it)

Eppure dovrebbe: più di un anno fa, a dicembre del 2017, il Senato ha approvato la norma che rende possibile l’estensione del registro pubblico delle opposizioni anche ai telefoni cellulari Ma pur sempre fastidioso, soprattutto perché nella gran parte dei casi, il cittadino in Italia non ha modo di tutelarsi. (Wired.it)