I dazi di Trump e la rappresaglia di Xi, è di nuovo guerra commerciale?

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Pechino non resta ferma davanti alla decisione di Trump di porre dazi aggiuntivi del 10% sui prodotti cinesi importati negli Stati Uniti. Ma manda una risposta che, secondo molti osservatori, è "più simbolica" che altro. La rappresaglia cinese colpisce il settore dell'energia, delle auto, arriva con "contromisure" che prendono di mira singole aziende americane e con una stretta sulle esportazioni di metalli e metalloidi, oltre a un'indagine antitrust contro Google (Adnkronos)
Ne parlano anche altri giornali
L'interscambio tra i due Paesi vale 530 miliardi di dollari, ma Pechino importa dagli Stati Uniti molto di meno. Duro colpo per le piattaforme del fast fashion, che Oltreoceano fanno affari miliardari (StartupItalia)
Ma perché Xi Jinping ha deciso di colpire brand come Calvin Klein e Tommy Hilfiger? È semplice comprendere perché Pechino colpisca con i dazi le importazioni dagli Usa di petrolio, gas naturale e carbone, ma cosa c’entrano i marchi della moda (molto diffusi tra i giovani cinesi della classe media che, al contrario di quanto si pensi, sono tra i più refrattari a comprare articoli di abbigliamento contraffatti)? I due brand fanno parte di Pvh Group, con sede a New York, e sono stati inseriti nella lista nera che definisce le «società inaffidabili» a cui, in teoria, è proibito operare in Cina. (ilmessaggero.it)

Ma non le conviene iniziare una vera guerra commerciale.Pechino reagisce ai nuovi dazi decisi da Donald Trump ed impone a sua volta dazi ritorsivi che scatteranno dal prossimo 10 febbr... (La Verità)