Zelensky invita Trump a Kiev, ma il leader Usa lo attacca ancora

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«Caro presidente Donald Trump, noi ucraini rispettiamo la tua posizione, ma per favore, prima di prendere qualsiasi decisione sui negoziati con la Russia, vieni a vedere con i tuoi occhi la nostra gente, i civili, gli eroi, gli ospedali, le chiese, i babini feriti o morti». È un vero e proprio appello quello che Volodymyr Zelensky lancia al presidente americano. Il leader ucraino aveva pronunciato queste parole in un’intervista di fronte alle telecamere della Cbs oltre 24 ore prima che domenica mattina due missili russi compissero il massacro di civili nel centro della città settentrionale di Sumy (Corriere della Sera)
La notizia riportata su altre testate
Zelensky ha deciso di licenziare il governatore regionale, Volodymyr Artyukh, accusato dal sindaco di Konotop, un altro Comune poco distante, di aver organizzato una cerimonia di premiazione militare in città il giorno della domenica … (la Repubblica)
Anche a Donald Trump. La fatica che monta per una trattativa di pace che a tutti, a questo punto, appare in salita. (Il Gazzettino)
Zelensky si appella agli alleati: “Fermiamo Putin o c'è il rischio di una guerra mondiale”. (RaiNews)

Due missili avevano colpito in centro, causando complessivamente 35 morti e un centinaio di feriti, in grande maggioranza civili. Il Governo ucraino ha approvato martedì il licenziamento del governatore militare di Sumy Volodymyr Artyukh, come proposto dal presidente Volodymyr Zelensky. (RSI Radiotelevisione svizzera)
Suona Mozart, Olena Kohut, concerto per piano n.27 insieme con l’amata Filarmonica di Sumy. È il 29 marzo e questa immagine è l’ultima pubblica della pianista e organista ucraina uccisa nella strage della domenica delle palme a Sumy, un violento attacco russo con due missili … (la Repubblica)
Forse Putin non vorrà scatenare la terza guerra mondiale come sostiene Zelensky, di sicuro sta accelerando tutte le operazioni possibili, purtroppo a spese dei civili ucraini, che gli consentano di raggiungere una posizione di favore ai tavoli negoziali. (il Giornale)