Al festival di Venezia c'è "Queer" di Luca Guadagnino con Daniel Craig

Al festival di Venezia c'è Queer di Luca Guadagnino con Daniel Craig
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Al festival di Venezia c'è "Queer" di Luca Guadagnino con Daniel Craig di Fulvia Caprara, video di Nicola Roumeliotis È il grande giorno per Luca Guadagnino, che presenta il suo attesissimo film Queer, tratto dall'omonimo romanzo di William S. Burroughs. Guadagnino, un regista molto amato, ha spiegato di voler rendere omaggio al celebre scrittore attraverso questo progetto. Al momento, non ci sono ancora reazioni del pubblico, e il film non può essere recensito, ma sicuramente merita di essere seguito con attenzione. (La Stampa)

Ne parlano anche altre fonti

Appena arriva nel Concorso del Festival di Venezia, Guadagnino cattura immediatamente l’attenzione. Come? Il suo film Queer, al centro di questa recensione e tratto dal racconto di uno degli scrittori americani più influenti del XX secolo, William S. Burroughs nonché figura chiave della Beat Generation insieme a Jack Kerouac e Allen Ginsberg, era destinato a far discutere sin dal suo annuncio. (Orgoglionerd)

Queer di Luca Guadagnino Era tanta l'attesa per il nuovo film di Luca Guadagnino. Il regista palermitano, dopotutto, è uno dei nomi più acclamati del cinema contemporaneo e i suoi lavori, da "Call Me By Your Name" a "Challengers", da "Bones and All" a "Suspiria", sono sempre stati in grado di far parlare di sé, nel bene o nel male. (Today.it)

Con Queer Luca Guadagnino tenta un’impresa al limite dell’impossibile, quella di ridurre in immagini il cut-up lisergico di William S. Burroughs; ne viene fuori un’opera attenta, misurata ma che non sempre riesce a scavare in profondità, nonostante un grande lavoro produttivo nell’utilizzo delle scenografie. (quinlan.it)

Il mondo Queer di Luca Guadagnino

Ma per raccontare la genesi del film, Guadagnino guarda al passato: «Ho letto il libro di William Burroughs quando avevo 17 anni, a Palermo, ero un ragazzo megalomane che voleva costruire mondi col cinema. (il manifesto)

Che il regista Luca Guadagnino in America fosse il nostro orgoglio era risaputo, ma che fosse anche in grado. di cambiare l'immagine di James Bond in un omosessuale ci ha lasciato di stucco. Sì, ci ha stupiti, ma ancora una volta inorgogliti. (Liberoquotidiano.it)

Una Città del Messico fiabesca, pittorica, fatta di modellini e sfondi materici, quasi solo notturna, senza macchine, illuminata come un quadro di Magritte. L'aspetto più riuscito di Queer di Luca Guadagnino è il mondo che riesce a creare nella prima parte. (Esquire Italia)