I super ricchi «zero tasse»: perché Bezos, Musk, Bloomberg e Buffett non pagano imposte

Corriere della Sera ECONOMIA

Le aliquote che (non) gravano sui super miliardari In America ci sono i ceti medi, che pagano aliquote sui loro redditi fra il 14% e il 37%.

Multimiliardari come Warren Buffett di Berkshire Hathaway, il fondatore di Amazon Jeff Bezos, l’ex sindaco di New York Michael Bloomberg o il fondatore di Tesla Elon Musk sono riusciti negli ultimi anni a versare in tasse quote bassissime rispetto all’aumento della loro ricchezza. (Corriere della Sera)

Se ne è parlato anche su altri media

La fortuna di Bezos era balzata di $3,8 miliardi, secondo Forbes, le cui stime sulle ricchezze vengono ampiamente citate E comunque anche allora, ci sono scappatoie nel regime fiscale che possono limitare o cancellare tutte le tasse”. (Finanzaonline.com)

Secondo lo studio, riporta il New York Times, nel 2007 Bezos non ha pagato nulla di tasse sul reddito anche se il valore delle azioni del suo gruppo è raddoppiato. Buffett invece avrebbe pagato appena 23,7 milioni di imposte dal 2014 al 2018, una percentuale infima del suo aumento di ricchezza nello stesso periodo. (RSI.ch Informazione)

E comunque anche allora, ci sono scappatoie nel regime fiscale che possono limitare o cancellare tutte le tasse". ProPublica ha fatto notare che "nessuno tra i 25 americani più ricchi al mondo ha eluso le tasse così come Buffett". (Finanza.com)

Ma la ricchezza e il reddito sono diversi, e ciò che gli americani pagano è una imposta sul reddito, non sulla ricchezza. La maggior parte della ricchezza di Bezos proviene dal valore crescente delle sue azioni di Amazon, che ha fondato. (Milano Finanza)

I dati hanno indicato che miliardari tra cui Jeff Bezos ed Elon Musk non pagano l’imposta federale sul reddito da alcuni anni. L’imprenditore tecnologico Elon Musk è stato tra quelli menzionati nel rapporto ProPublica (SanSeveroTV)

In quel periodo, il ceo di Berkshire Hathaway ha dichiarato redditi tassabili per un valore di appena $125 milioni. E’ quanto emerge dall’associazione ProPublica, che ha lanciato il suo report shock basato sui dati dell’Agenzia delle Entrate Usa, l’IRS (Internal Revenue Service). (Finanzaonline.com)