Borse europee in rosso, Milano frena tra banche e tensioni sui dazi USA





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Redazione Economia
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Le piazze finanziarie europee hanno virato al ribasso, dopo il rally della vigilia sostenuto dai dati positivi sul lavoro statunitense, che avevano spinto gli indici oltre le attese. L’assenza di Wall Street, chiusa per il Independence Day, ha ridotto i volumi, lasciando spazio a operazioni di profit taking in un contesto reso nervoso dall’annuncio di nuove tariffe doganali da parte dell’amministrazione Trump.
A Milano, dove il FTSE MIB ha perso terreno insieme agli altri listini continentali, l’attenzione si è concentrata sul settore bancario, con BPER, Popolare di Sondrio e Montepaschi sotto pressione. Nonostante i recenti rialzi, infatti, il comparto – spesso sensibile alle turbolenze geopolitiche – ha risentito delle dichiarazioni del presidente americano, che ha confermato l’invio di lettere ai partner commerciali per imporre dazi unilaterali a partire dal primo agosto. Una mossa che rischia di inasprire le tensioni globali, già evidenti nel calo dell’euro sul dollaro e nella fuga verso asset rifugio come l’oro.
Tra i titoli più scambiati, Stellantis e Ferrari hanno registrato flessioni, mentre Amplifon e Recordati hanno mostrato maggiore resilienza. Sul fronte mid-cap, spiccano le performance negative di Brunello Cucinelli e Salvatore Ferragamo, penalizzati dalle preoccupazioni sui consumi di lusso in uno scenario economico incerto. Webuild e Comer Industries, invece, hanno limitato i danni, sostenute da acquisti di rientro dopo le recenti correzioni.
A Francoforte e Parigi, il tonfo degli indici è stato più marcato, con il DAX tedesco trascinato al ribasso dai settori ciclici, mentre a Londra il FTSE 100 ha risentito del rafforzamento della sterlina. Le borse europee, insomma, sembrano aver perso slancio in mancanza di spinte esterne, mentre gli investitori valutano il rischio di un’escalation protezionistica che potrebbe ripercuotersi sulle esportazioni.