Separazione delle carriere, il Csm boccia la riforma

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
INTERNO

Il Consiglio Superiore della Magistratura (Csm), con 24 voti contrari, ha espresso un parere fortemente critico sulla riforma della giustizia proposta dal governo Meloni, contenuta nel disegno di legge costituzionale appena approdato alla Camera. La riforma, che prevede la separazione delle carriere dei magistrati requirenti e giudicanti e l'istituzione di due distinti organi di autogoverno, è stata oggetto di discussione per sei mesi in commissione Affari Costituzionali.

Nonostante l'accordo di maggioranza di non presentare emendamenti in aula alla Camera per non rallentare l'iter della riforma, Forza Italia aveva tentato un blitz con un emendamento a sorpresa, volto a vietare il sorteggio per i componenti laici del Csm. Tuttavia, il ministro della Giustizia Nordio, in un incontro mattutino con il capogruppo Barelli, ha blindato la riforma, costringendo Forza Italia a ritirare l'emendamento.

Nel frattempo, dai tribunali di tutta Italia, da Trento a Catanzaro, da Torino a Pescara, sono giunte notizie del blocco dei processi telematici fino al 31 marzo, a causa di un blackout dell'applicazione lanciata dal ministero all'inizio dell'anno. La giornata di ieri, dunque, ha assunto una dimensione distopica per la giustizia italiana, con la realtà che si muoveva in una direzione e la narrazione in senso opposto.

Il Csm, nel suo parere, ha definito la riforma "inutile e dannosa", sottolineando come il tentativo di Forza Italia di escludere i membri laici dal sorteggio non avrebbe comunque risolto le criticità del sistema.