"Marco, com'è finita co 'sti soldi?": anche il dj Baldini vittima della banda degli usurai

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A spingere le vittime a rivolgersi alla banda è stato il grave stato di bisogno, aggravato dal lockdown causato dall’emergenza Covid

“Venerdì vengo a Roma e ci resto fino a venerdì”, aggiungeva Cillari con tono minaccioso.

“Com’è finita Marco co ‘sti soldi?

Era lui a gestire la banda di usurai che per anni ha prestato denaro a tassi che arrivavano al 140% a decine di vittime: imprenditori, professionisti, antiquari e nomi eccellenti dello spettacolo come il conduttore Marco Baldini (lasiciliaweb | Notizie di Sicilia)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Ecco le intercettazioni Tra le vittime, anche il conduttore Marco Baldini, oltre a imprenditori, professionisti, antiquari e nomi eccellenti dello spettacolo. (Il Fatto Quotidiano)

L'imputato gestiva la banda che per anni ha prestato denaro a tassi che arrivavano al 140% a decine di vittime: imprenditori, professionisti, antiquari e nomi eccellenti dello spettacolo come il conduttore Marco Baldini (Video - La Stampa)

Una decina gli episodi contestati all’organizzazione che sarebbe stata guidata da Salvatore Cillari. Alcune cifre risultano collegate a pagamenti di merce dell’osteria “L’Acerba” che Gabriele Cillari gestiva nel rione Capo. (Livesicilia.it)

Baldini, conduttore radiofonico noto soprattutto per la collaborazione con Fiorello, ha avuto più di un problema legato alla sua passione per il gioco. Secondo le indagini uno di loro avrebbe detto: “Ti veniamo a rompere le corna”. (Blitz quotidiano)

“Marco vedi che io ti ho voluto bene e ti ho rispettato come un fratello Marco – dice Cillari – e tu non mi puoi trattare così”. Per giorni e giorni, Salvatore Cillari intercettato chiama Baldini che chiede sempre tempo per restituire i soldi. (BlogSicilia.it)

A cominciare dalla collaborazione, e soprattutto amicizia, con Fiorello, interrotta proprio a causa della sua ludopatia. «Sono in uno stato di indigenza totale - disse - e ho poco più di mezzo milione di euro di debiti, ma non sono più debiti di gioco» (Corriere del Mezzogiorno)