Timothée Chalamet ai David di Donatello: il legame con l’Italia e il ricordo di Crema





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Timothée Chalamet, salito sul palco dei David di Donatello 2025 per ricevere il premio speciale, ha scelto di ringraziare non solo la "comunità cinematografica italiana", come l’ha definita, ma anche di ricordare con affetto la città di Crema, dove ha girato Call Me by Your Name sotto la direzione di Luca Guadagnino. Un legame, quello con il territorio cremasco, che si è rafforzato dopo l’Oscar vinto dal film nel 2018 e che ha trasformato la località lombarda in una meta per cinefili da tutto il mondo.
«Se non avessi fatto l’attore, sarei diventato il nuovo Francesco Totti», ha scherzato Chalamet, suscitando l’ilarità del pubblico, prima di aggiungere: «Non ho sangue italiano, ma sento una connessione profonda con questo Paese». Un’ammissione che riflette il suo rapporto con l’Italia, nato sul set del film che lo ha lanciato e consolidato attraverso collaborazioni con registi come Guadagnino, che lo ha diretto anche in Bones and All.
Presente alla cerimonia con la fidanzata Kylie Jenner – influencer seguita da milioni di persone e volto noto dello star system – Chalamet ha indossato un completo nero con un fiore bianco all’occhiello, dimostrando, ancora una volta, uno stile che unisce eleganza e nonchalance. La sua carriera, nonostante i soli 29 anni, vanta già collaborazioni con cineasti del calibro di Woody Allen, Denis Villeneuve e Wes Anderson, confermandolo come uno degli interpreti più versatili della sua generazione.
Quella di Crema, però, resta un’esperienza centrale. Il film, tratto dal romanzo di André Aciman, non solo ha segnato la sua ascesa ma ha anche contribuito a ridisegnare l’immagine turistica della città, oggi associata alle atmosfere malinconiche e solari della pellicola. Un legame che Chalamet ha voluto ribadire, senza retorica, ma con la spontaneità di chi riconosce il valore di un luogo che ha fatto da sfondo a una svolta professionale.