S&P, rating dell'Italia sale a BBB+. Il debito pubblico si stabilizza nel '28, Pil del 2025 a +0,6%

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RaiNews INTERNO

Il debito pubblico in Italia resterà elevato ma “prevediamo che il rapporto debito-Pil si stabilizzerà a partire dal 2028”, afferma S&P, prevedendo per il nostro Paese un Pil in crescita dello 0,6% nel 2025. Una performance che riflette l'impatto dei dazi americani e il peso dell'incertezza politica globale sulla domande dell'area euro e su quella interna. La decisione dell'agenzia di rating premia la stabilità politica e dei mercati. (RaiNews)

Ne parlano anche altri giornali

«Ce lo meritiamo, non ce lo aspettavamo». Questo il commento del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, dopo che l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha aumentato l’outlook dell’Italia da BBB a BBB+. (Il Dubbio)

Le condizioni dell'economia italiana sono cambiate, è cambiato il modo di condurre i conti pubblici che sono stati gestiti con ragionevolezza e non sono stati trattati come una variabile indipendente. "Non sono sorpreso, anzi me lo aspettavo. (Tiscali Notizie)

E non è finita qui, potrebbe ancora migliorare”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, intervenendo a Trento ad un evento in vista del Festival Dell’Economia.“Le condizioni dell’economia italiana sono cambiate, i conti pubblici sono condotti con ragionevolezza, non sono trattati come variavbile indipendente, ma si cerca di contemperare le esigenze dell’economia tenendo conto dell’elevato debito”. (Askanews)

S&P: Giorgetti, meritavamo giudizio, anche se non ce lo aspettavamo (RCO) (Il Sole 24 ORE)

"Me l'aspettavo - sostiene durante il Festival dell'Economia di Trento -, le condizioni dell'economia italiana sono cambiate rispetto a quando avevamo valutazioni da parte delle agenzie di rating abbastanza negative". (Adnkronos)

Nell’ultima occasione prima di venerdì scorso, il 27 ottobre 2017, nel migliorare da BBB-/A-3 a BBB/A2 il rating tricolore mantenendo «stabile» l’outlook, l’agenzia Usa parlava di «migliorate prospettive di crescita, sostenute da un aumento degli investimenti e dalla crescita dell’occupazione, ma anche dalla politica monetaria espansiva». (Il Messaggero)