Borsa: Europa conclude incerta, Francoforte -0,3% dopo ok a Merz

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Mercati azionari del Vecchio continente senza una direzione precisa: la Borsa peggiore è stata quella di Parigi, che ha chiuso con un calo dello 0,4%, seguita da Francoforte che ha ceduto lo 0,3% finale dopo l'elezione alla seconda votazione di Friedrich Merz come cancelliere del nuovo governo tedesco. Limata dello 0,1% Amsterdam, piatta Londra, in rialzo dello 0,1% Madrid. . (Tiscali Notizie)
La notizia riportata su altri media
Nel primo pomeriggio il pasticcio combinato da 18 franchi tiratori della maggioranza prevista era già sanato: se nella prima votazione dei 328 voti disponibili Merz ne aveva raccolti solo 310, 6 sotto l’obiettivo della maggioranza necessaria di 316, nella seconda immediatamente indetta per il pomeriggio ne ha avuti 325, cioè praticamente l’en plein. (Il Messaggero)
La Germania ha di nuovo un cancelliere debole, forse persino più del suo predecessore. Ieri mattina Friedrich Merz è stato impallinato da 18 franchi tiratori, alla seconda chiama, nel pomeriggio, è stato eletto. (Il Fatto Quotidiano)
Merz, l’eterno sconfitto della politica tedesca, sempre sorpassato a sinistra da Angela Merkel e dalla serie delle sue “pupille” e dei suoi “delfini” – da Ursula von der Leyen e Annegret Kramp-Karrenbauer ad Armin Laschet – è davvero il simbolo della rivoluzione che coincide con la rotazione completa della sfera tedesca. (Il Manifesto)

Nella Rassegna di oggi: Il messaggio a Merz Il leader della Cdu è stato eletto cancelliere solo alla seconda votazione. Problemi a sinistra Dagli Stati Uniti all'Europa, il centrosinistra progressista perde voti e presa sulla società. (Corriere della Sera)
A partire da quelli di centrodestra. C’è chi sceglie il silenzio e chi minimizza, chi lancia critiche e chi non nasconde preoccupazioni. (Il Messaggero)
Non era mai accaduto prima che un candidato cancelliere non incassasse la fiducia al primo e quindi unico giro: un’incertezza storica per la rigorosissima Germania, che ci ha abituato all’idea che piuttosto che mettere in stallo il Paese è meglio convergere su coalizioni di larghe intese. (Vita.it)