Terzo mandato in Campania, il governo impugna la legge regionale

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INTERNO

Nel giorno della conferenza stampa del premier Giorgia Meloni, il consiglio dei ministri, convocato per le 18 di domani, dovrà esprimersi sul tema del terzo mandato, una questione che si trascina da tempo e che vede l'esecutivo allineato per impugnare la legge regionale della Campania, in scadenza il prossimo 10 gennaio. La norma, che apre al terzo mandato per la regione oggi guidata dal dem Vincenzo De Luca, sarà portata davanti alla Consulta.

Carlo Iannello, professore di Diritto pubblico all’Università Vanvitelli della Campania, sostiene che il consiglio regionale sia il vero giudice sull'ineleggibilità. Secondo Iannello, il pasticcio del terzo mandato nasce da un errore genetico nella forma di governo regionale, attribuibile alla legge costituzionale numero 1 del 1999. Quando sono stati aumentati i poteri del presidente della Regione, sarebbe stato necessario limitare, direttamente in Costituzione, il numero dei mandati; invece, la questione è stata considerata di carattere elettorale.

Il governo, deciso a opporsi alla legge regionale campana, ha rimandato la resa dei conti di 24 ore, portando l'atto per impugnare la norma davanti alla Consulta. La decisione è stata posticipata anche per formalizzare il successore della dimissionaria Elisabetta Belloni al vertice del Dis.

Paolo Tesauro, giurista e costituzionalista della scuola federiciana di Napoli, ritiene che la strada per un terzo mandato di Vincenzo De Luca sia stretta e tortuosa. Tesauro sottolinea che il principio è identico a quello dei sindaci e che il blocco del terzo mandato è necessario.