Con l'addio di Rossi, il futuro delle moto è tutto da scrivere

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Sì, perché mentre tutti i suoi ormai ex colleghi il giorno dopo si ritroveranno in pista per i primi test in ottica 2007, Rossi saluterà tutti per iniziare una nuova carriera.

L’addio è certo, e a questo punto il futuro della moto è tutto da scrivere

Valencia, 14 novembre 2021, Valentino Rossi esce di scena.

Anche perché, il progetto che la Ferrari gli aveva proposto era quello di un debutto in un team satellite, mentre Rossi aveva in mente solo la Rossa. (Ticinonline)

Ne parlano anche altri media

Sull'idolo Valentino: "Ricordo bene la prima volta che l'ho incontrato, ero nervosissimo. Incontrare i propri eroi è sempre un'esperienza indimenticabile e lo stesso si può dire per Pecco quando ha visto Rossi entrare nel locale dove stava mangiando: "Ricordo molto bene la prima volta che l'ho incontrato. (Sky Sport)

Gubellini spiega bene anche la differenza tra la Yamaha M1 2019, 2020 e 2021 e perché Quartararo riesca a ottenere risultati ben superiori rispetto agli altri piloti Yamaha: “Nel nostro sport, c’è un elemento che fa una grande differenza: il pilota L’esperienza ti fa gestire meglio le difficoltà e tutto quello che è al di fuori della pista”. (Moto.it)

In verità due e mezza: “Fabio andrà dove gli conviene e oggi è tutto aperto – ha spiegato Eric Mahè - Al momento nulla è chiaro sul 2023. A cominciare da Marc Marquez che, secondo Eric Mahè, ha già ampiamente superato l’infortunio, almeno nella testa anche se non ancora nel fisico (Moto.it)

Il suo manager Eric Mahè non dà per scontato il rinnovo con Yamaha. Titolo mondiale e rinnovo contratto. Il titolo iridato è ad un passo, a Misano potrebbe già confermarsi campione. (Corse di Moto)

Nell’intervista rilasciata ad AutoHebdo, Mahè ha parlato anche di Marquez e Bagnaia, indicando l’italiano come avversario più temibile per il titolo 2022. MotoGP, Quartararo ha trovato concretezza: il titolo, l'ultimo passo (Motosprint.it)

L’ultimo campione solo in top-class è stato infatti Franco Uncini nel 1982, in sella alla Suzuki Si tratta di quei piloti che si sono laureati campioni del mondo nella classe regina – MotoGP o 500 che fosse – senza aver mai vinto alcun titolo iridato nelle categorie inferiori. (FormulaPassion.it)