Istat, a Febbraio occupati stabili rispetto a gennaio. Ma in un anno quasi un milione di posti di lavoro in meno

News Mondo INTERNO

“A febbraio gli occupati sono sostanzialmente stabili rispetto a gennaio, mentre scendono lievemente i disoccupati e gli inattivi”, recita la nota dell’Istat.

Rispetto al mese di gennaio non si registrano variazioni di rilievo, mentre rispetto al mese di febbraio del 2020 sono stati persi 945.000 posti di lavoro.

Istat, i dati sull’occupazione a febbraio 2021. Nello specifico, nel mese di febbraio il dato sull’occupazione non fa registrare variazioni di rilievo rispetto al mese di gennaio. (News Mondo)

La notizia riportata su altri media

L’Italia ha tuttavia mantenuto e/o aumentato quote di mercato in alcuni Paesi dell’Ue, in Cina e Svizzera, mentre ne ha perse negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Gli alimentari e il farmaceutico sono stati gli unici settori a registrare incrementi di valore aggiunto (+2 e +3,5% rispettivamente). (Servizio Informazione Religiosa)

Milano, 8 apr. (LaPresse)

Nel comparto industriale risaltano le difficoltà della filiera della moda: abbigliamento (oltre 50%), pelli (44%), tessile (35%).Il report rileva inoltre che chi opera sui"Forme di internazionalizzazione avanzate (esportazione su scala globale, appartenenza a gruppi multinazionali) si associano a minori rischi di chiusura, problemi di liquidità, di domanda o di approvvigionamento. (Borsa Italiana)

Nel primo anno della pandemia, tra febbraio 2020 e febbraio 2021, in Italia sono stati perso 945 mila occupati, di cui 277 mila nell'ultimo trimestre. Un dato drammatico che rende del tutto insignificante il fatto che l'occupazione nei primi due mesi del 2021 sia rimasta sostanzialmente stabile. (Il Manifesto)

Parallelamente sono cresciuti i disoccupati (+21 mila) e, soprattutto, gli inattivi, di oltre 700 mila unità: la profondità della crisi e i provvedimenti restrittivi hanno scoraggiato la ricerca di lavoro. (Il Giornale delle PMI)

Una “mappa della solidità” delle imprese indica che circa il 45% di esse è strutturalmente a rischio: esposte a una crisi esogena, subirebbero conseguenze tali da metterne a repentaglio l’operatività. Alla crisi le imprese hanno reagito in modo molto differenziato. (BlogSicilia.it)