David di Donatello 2025, Pupi Avati: “Serve impegno bipartisan per creare agenzia cinema”

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David di Donatello 2025, Pupi Avati: “Serve impegno bipartisan per creare agenzia cinema” 7 maggio 2025 “Ognuno di noi sta facendo la sua strada molto in salita, perché il cinema sta vivendo, anche se lo festeggiamo tanto, un momento terribile”. Così Pupi Avati, rispondendo alle domande dei cronisti a margine della presentazione al Quirinale per i David di Donatello 2025, sottolineando come dagli anni ‘60 a oggi la vera crisi del settore è oggi: “Se mi godrò la serata dei David? Si, però, in un clima bipartisan, dovrebbero preoccuparsi di istituire questa agenzia del cinema. (Il Sole 24 ORE)

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"Vorrei che Schlein telefonasse a Meloni per dirle 'Giorgia ci vediamo mezz'ora con Giorgetti e parliamo di cinema italiano?'". A dirlo è Pupi Avati, premiato con il David alla Carriera alla 70esima edizione dei David di Donatello. (la Repubblica)

Pupi Avati, 86 anni, decano dei registi italiani, sale sul palco dei David per ricevere il premio alla carriera e, al solito senza peli sulla lingua, bacchetta la politica seduta in prima fila, dove c'è la leghista Lucia Borgonzoni. (Corriere della Sera)

"Il cinema italiano è in codice rosso, sta vivendo un momento tremendo e finché non facciamo un'agenzia o un ministero del cinema come in Francia, non lo salviamo". "Mi preoccupano il nodo del tax credit, i dazi di Trump ma soprattutto l'atteggiamento di indifferenza da parte di molti potenti. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Cinema, Pupi Avati: “Ora sfido Meloni e il Pd”

Ai David di Donatello 2025, Pupi Avati ha bacchettato simpaticamente la senatrice leghista Lucia Borgonzoni. “Applaudi oh! Non applaudi?”, l’ha spronata Avati. (Virgilio)

Nella suggestiva cornice del Teatro 5 di Cinecittà, durante la cerimonia dei David di Donatello 2025, il regista Pupi Avati ha ricevuto il prestigioso premio alla carriera. (Sky TG24)

“Non dico per chi ho votato, perderei quel minimo di autorevolezza che la mia età mi garantisce, mi concentro sul bisogno del Paese di placarsi sulla conflittualità interna, che spesso è pretestuosa: i grandi problemi possono essere risolti solo con atteggiamento bipartisan, e il cinema può essere la prima goccia in un invaso” (Il Fatto Quotidiano)