Medici di famiglia, la riforma prevede di renderli lavoratori dipendenti. Che cosa cambierà
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Medici di famiglia, la riforma prevede di renderli lavoratori dipendenti. Che cosa cambierà L’idea è migliorare l’offerta per i cittadini a livello territoriale con i medici di famiglia che lavoreranno nelle Case di comunità e nei Cot, le centrali operative territoriali I Medici di famiglia saranno assunti dirattemente dal Servizio sanitario Nazionale per lavorare sul territorio dove saranno poi assegnati nelle 1400 Case di Comunità. (- DottNet)
La notizia riportata su altri media
Dopo l’intervista del Presidente della Federazione Nazionale Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri rilasciata a Tg Salute, giunge in redazione la replica del dottor Cacace, Segretario Aziendale FMT-FISMU ASL Napoli 3 e medico di Medicina Generale. (Punto! Il web magazine)
La sanità italiana si prepara a vivere una delle trasformazioni più significative degli ultimi decenni. Il tradizionale studio del medico di famiglia, punto di riferimento per generazioni di italiani, potrebbe presto diventare un ricordo del passato, lasciando spazio a un modello organizzativo completamente rinnovato. (Io Donna)
La riforma è portata avanti dal ministero della Salute in collaborazione con le Regioni ed ha il principale fine di far lavorare i medici di base nelle Case di comunità e nei Cot, (Centrali operative territoriali). (QuiFinanza)
Anelli: “Venti milioni di ore l’anno (9-10 ore a settimana): è il tempo che, già oggi, gli oltre quarantamila medici di medicina generale italiani sono pronti a dedicare ai servizi per i cittadini nelle Case di Comunità. (Quotidiano Sanità)
Preliminare e’ la domanda: esiste un numero di telefono del SSN? Oggi no, ma in potenza sì. Il tema vero non è “salvare” la sanità pubblica, ma il come costruire un Servizio Sanitario Nazionale (SSN) omogeneo per contabilità, sistemi informativi, costi e prestazioni anche se affidato alle Regioni e Province Autonome. (L'HuffPost)
Dott. Francesco Esposito (insalutenews)