Ciao, Mario e grazie

Articolo Precedente
Articolo Successivo
Le convinzioni più profonde di ciascuno di noi prendono forma nei primi anni di vita. Gli anni a venire servono, se va bene, a metterle in bella copia. Vale anche per Mario Vargas Llosa, morto domenica 13 aprile a Lima, nel suo Perù. Il padre e la madre si erano lasciati poco dopo la sua nascita. Cresciuto con la famiglia materna, al ritorno del padre i due non si presero. Il genitore lo spedì in un collegio militare, esperienza dalla quale venne il suo primo grande romanzo, “La città e i cani”. (Istituto Bruno Leoni)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Per volontà della famiglia i funerali saranno celebrati in forma privata e, rispettando le sue volontà, le sue spoglie saranno cremate. Mario Vargas Llosa, il grande autore peruviano, è morto a 89 anni a Lima. (Domani)
Scrittore e drammaturgo peruviano, naturalizzato spagnolo, Llosa aveva 89 anni. Considerato uno dei più importanti romanzieri e saggisti contemporanei, aveva ricevuto una quantità straordinaria di riconoscimenti - tra i quali spiccano il Premio Nobel per la Letteratura nel 2010 e il Premio Cervantes nel 1994. (RaiNews)

Per molti anni ho immaginato di usare il «senza amore» con cui Santiago il protagonista di Conversazione nella «Catedral» (Einaudi, traduzione di Enrico Cicogna) osserva la prima scena del Perù fottuto, usarlo in una poesia. (Esquire)
L’Accademia svedese lo ha decorato, non a caso, «per la sua cartografia delle strutture del potere e per le acute immagini della resistenza, della rivolta e della sconfitta dell’individuo». (Il Sole 24 ORE)