Più lavoro, ma non per le donne. Una su due non è occupata

La Repubblica ECONOMIA

rentacinquemila occupati in più a ottobre, ma sono tutti uomini.

E non è di grande conforto pensare che a settembre l’occupazione femminile era cresciuta più di quella maschile: «Le donne sono quelle che hanno pagato il prezzo più alto della crisi - ricorda Susanna Camusso, responsabile delle Politiche di genere della Cgil e tra i coordinatori della campagna “Half of it - Donne per la salvezza” -

La variazione mensile dell’occupazione femminile rilevata dall’Istat è zero, il tasso corrispondente non arriva neanche al 50%, inferiore di quasi 20 punti a quello maschile. (La Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri giornali

A ottobre l'occupazione cresce di 35mila unità nel complesso su settembre ma l'aumento riguarda solo gli uomini (+36mila). Il lavoro aumenta, ma per chi? (Il Messaggero)

«Nel mese di ottobre - ha spiegato l’Istat - prosegue la crescita dell’occupazione osservata a settembre, con un aumento in due mesi di oltre 140 mila occupati; rispetto a gennaio 2021. L’incremento supera i 600 mila occupati ed è dovuto esclusivamente alla ripresa del lavoro dipendente» (Corriere della Sera)

Dalle rilevazione Istat, quindi, emerge come il dato sia legato al calo degli inattivi: sono 79mila in meno rispetto a settembre e 425mila in meno su ottobre 2020. A crescere, infatti, sono le persone in cerca di lavoro, mentre calano gli inattivi. (La Stampa)

A seguito della ripresa dell'occupazione osservata tra febbraio e giugno di quest'anno e a partire da settembre, il numero di occupati è superiore a quello di ottobre 2020 per circa 390 mila unità (+1,7 punti). (Milano Finanza)

Per quanto riguarda la Ue è arrivato al 6,7%, stabile rispetto a settembre 2021 e in calo rispetto a 7,5% a ottobre 2020 La componente femminile, invece, è rimasta sostanzialmente stabile. (TIMgate)

In pratica il tasso di disoccupazione su base tendenziale è diminuito di 0,3 punti per gli uomini ed è rimasto invariato per le donne. I dati di ottobre confermano altri trend emersi in questi ormai quasi due anni di pandemia. (Avvenire.it)