Per la prima volta un cuore di suino geneticamente modificato è stato trapiantato in un essere umano

Wired Italia ESTERI

Per ridurre ulteriormente il rischio, al paziente viene somministrato anche un nuovo farmaco anti-rigetto.

Cuore di maiale ogm. Il cuore trapiantato in questo storico intervento è un organo suino che è stato modificato geneticamente per diminuire le possibilità di rigetto da parte del ricevente.

Lo xenotrapianto è stato portato a termine con successo, e a tre giorni di distanza il paziente respira da solo, costantemente monitorato. (Wired Italia)

La notizia riportata su altri media

I suini riducono il rischio della trasmissione di virus. Poichè l’organo trapiantato è autologo - cioè composto dalle cellule del paziente - il paziente non dovrebbe assumere farmaci immunosoppressivi potenzialmente dannosi (Gazzetta del Sud)

Un salto nel vuoto, che il paziente ha deciso di fare nella speranza di riprendersi Prima dell'operazione le sue condizioni erano disperate, tanto da convincere i medici che un trapianto di cuore tradizionale avrebbe avuto pochissime chance di successo. (ilGiornale.it)

Il nuovo organo “crea il battito, crea la pressione, è il suo cuore”, ha detto il dr. Bartley Griffith, direttore del programma di trapianti del centro medico, autore dell’intervento. L’operazione, scrive il New York Times, è durata otto ore ed è stata eseguita a Baltimora (lasiciliaweb | Notizie di Sicilia)

Io voglio vivere, e’ un salto nel buio, ma e’ la mia ultima scelta”, ha detto l’uomo a poche ore dal trapianto. L’intervento è stato eseguito dagli esperti dell’Universita’ del Maryland, che comunicano anche qualche dettaglio sulla storia del paziente 57enne che si è sottoposto al trapianto. (MeteoWeb)

Bennett è ancora attaccato alla macchina che lo teneva in vita prima dell'operazione e la sua prognosi è incerta. ITÀ. USA - Primo trapianto su un uomo del cuore di un maiale geneticamente modificato. (Napoli Magazine)

Il cuore di un maiale geneticamente modificato è stato impiantato in un uomo. Durante le settimane precedenti il trapianto, non era cosciente ed era collegato a macchinari che lo tenevano in vita. (Il Riformista)