La salute mentale e il coraggio di una profonda autocritica per uscire dallo stato di emergenza

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La salute mentale e il coraggio di una profonda autocritica per uscire dallo stato di emergenza 07 GEN di Ivan Cavicchi Gentile direttore, ho letto con attenzione la “Dichiarazione conclusiva” della seconda Conferenza nazionale autogestita per la Salute Mentale “ riprendiamoci i Diritti: decisa una nuova stagione di mobilitazione e di proposte”. Nei suoi confronti, ammettendo in premessa, che esiste innegabilmente una crisi di questo settore, dichiaro pubblicamente il mio dissenso politico e intellettuale per tre ragioni: la conferenza nei confronti di questa crisi si è mostrata, a mio parere, del tutto incapace a definirne realisticamente sia i suoi caratteri che i suoi predicati la conferenza si è mostrata gravemente in difficoltà a indicare in una strategia plausibile le soluzioni possibili e necessarie la conferenza tradisce la convinzione, secondo me sbagliata, che, per risolvere la crisi della salute mentale, basti un generico populismo e un generico movimentismo (Quotidiano Sanità)

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Gentile Direttore, Riti o rivoluzioni? Gli enigmi per la salute mentale (Quotidiano Sanità)

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Gisella Trincas: “Con la legge Basaglia mia sorella è uscita dal manicomio. Non riapriteli”

È nella Sardegna di fine anni Sessanta, ben prima che Franco Basaglia rompesse le porte dell’ospedale di Trieste per portare i suoi “matti” oltre i cancelli dell’ospedale psichiatrico, che Maria Antonietta, sorella maggiore di Gisella, inizia mostrare i segni del suo disagio, quei segni che si riveleranno poi una grave patologia psichiatrica. (la Repubblica)