Scommesse, Aic: 'Non è un problema dei calciatori, ma generazionale'. E scoppia la polemica tra Abodi e Renzi

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SPORT

Il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, Umberto Calcagno, interviene sul caso delle scommesse illegali travolgendo il dibattito pubblico con una posizione netta: «Il problema è generazionale, non dei calciatori. Sono i nostri ragazzi a essere esposti, serve un intervento strutturale». Parole che suonano come una richiesta diretta al governo, affinché destini fondi a campagne di sensibilizzazione mirate, coinvolgendo anche le famiglie. «I genitori devono essere parte attiva», aggiunge, sottolineando come il fenomeno del gambling travalichi l’ambito sportivo per diventare una questione sociale.

Ma è la reazione alle dichiarazioni del ministro dello Sport, Andrea Abodi, a innescare la polemica politica. Calcagno ricorda l’articolo 27 della Costituzione, che assegna alla pena una funzione rieducativa: «Chi ha avuto a che fare con la giustizia sportiva deve poter reintegrarsi nel mondo del calcio». Un chiaro riferimento alla proposta di Abodi, il quale, in un’intervista al Messaggero, aveva auspicato l’esclusione dalla Nazionale dei giocatori indagati. «La maglia azzurra deve rappresentare non solo il valore tecnico, ma anche quello morale», aveva detto il ministro, scatenando reazioni a catena.

Tra queste, spicca l’attacco frontale di Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che in una nota definisce «insopportabile la caccia alle streghe contro Tonali e Fagioli». Il senatore invita Abodi a «occuparsi degli impianti sportivi da costruire e dei fondi per le federazioni, lasciando ad altri le decisioni tecniche». La replica del ministro, arrivata a giochi ormai fatti, non placa le critiche: il dibattito si è ormai spostato dalle pagine sportive a quelle politiche, con il rischio di trasformare ogni dichiarazione in un nuovo fronte di scontro.