Zuckerberg sulla scia di Musk. Fa pace con Trump e elimina il fact checking su Fb

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L'HuffPost ECONOMIA

Sulla scia di Elon Musk e con il beneplacito di Donald Trump, Mark Zuckerberg riposiziona Meta Platforms nel dibattito globale sulla libertà di espressione. Il fondatore di Facebook ha dichiarato guerra alla censura e alle restrizioni che, a suo dire, stavano tarpando le ali alle piattaforme social. Cosa cambia? Meta eliminerà il programma di fact checking indipendente, sostituendol… (L'HuffPost)

Su altri media

Il Ceo della Big Tech ha pubblicato un breve filmato in cui parla di lotta contro la censura e di cambiamenti per la moderazione dei contenuti sulle piattaforme (StartupItalia)

Che un uomo geniale, che ha inventato il più famoso social network al mondo e messo da parte un patrimonio da 200 miliardi di dollari, improvvisamente, scopra l’acqua calda è quantomeno bizzarro. Marck Zuckerberg ha infatti annunciato la cessazione negli Usa dei programmi di fact checking sulle sue piattaforme perché “sono stati troppo politicamente di parte e hanno prodotto più sfiducia di quanta ne abbiano creata”. (il Giornale)

Elon Musk e la nuova amministrazione Trump, non gongolano: di più! Con loro, anche noi tutti amanti della libertà. Così, alla fine della fiera, addio facili censure per singole parole sgradite al buonismo un tanto al chilo, e addio a quella cialtronata del fact-checking, spesso e volentieri arma di coercizione del dissendo più che filtro della verità. (Il Giornale d'Italia)

Il dietrofront di Meta sulla libertà di espressione si spiega con l’effetto Trump-Musk ma anche con la fine dell’aggressività dell’amministrazione dem sul controllo della disinformazione e con la necessità di un appoggio politico contro i regolamenti Ue sempre più stringenti. (Il Fatto Quotidiano)

Mark Zuckerberg l’ha venduto come un ritorno alla «libertà di espressione», ma in realtà il post pubblicato ieri rappresenta una rivoluzione nella struttura dei social media, dopo dieci anni di fact-checking e moderazione dei contenuti. (ilmessaggero.it)

Per Bruxelles sarà ora difficile imporsi. Il dietrofront di Meta sulla libertà di espressione si spiega con l’effetto Trump-Musk ma anche con la fine dell’aggressività dell’amministrazione dem sul controllo della disinformazione e con la necessità di un appoggio politico contro i regolamenti Ue sempre più stringenti. (Il Fatto Quotidiano)