Smart working, a che punto siamo?
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Smart working, a che punto siamo? Acque ancora una volta agitate in materia di lavoro agile (o smart working), di cui, carsicamente, si torna a dibattere: dopo un periodo di sostanziale letargo, il lavoro da remoto ha nuovamente fatto capolino sui giornali italiani e nel discorso pubblico, polarizzando, come al solito, le posizioni. E rendendo evidente come, dopo l’esperienza emergenziale dettata dalla pandemia di solo pochissimi anni fa, si faccia ancora fatica a mandare a memoria la lezione fondamentale: utilizzare la lente ideologica quando si parla di lavoro a distanza è una sonora perdita di tempo. (Start Magazine)
Ne parlano anche altre testate
Tra le tante angolature con cui si affrontano le questioni una è quella che parte dai numeri. Il numero di lavoratori da remoto stimato per quest’anno è di 3 milioni e 555mila. (Il Sole 24 ORE)
Lavorare da casa, lavorare in maniera intelligente e produttiva: se il Covid-19 ha lasciato qualcosa in eredità al mondo del lavoro è sicuramente lo smart working, che si evolve, cambia e si adatta alle nuove richieste mese dopo mese. (Business People)
– Le aziende sono sempre più impegnate ad accrescere il benessere dei lavoratori. Secondo un’analisi condotta da Pulsee Luce e Gas Index, osservatorio di Pulsee Luce & Gas, con la società di ricerche NielsenIQ, la settimana corta viene percepita come una forma di supporto nella cura dei figli, degli anziani che necessitano assistenza e della casa. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Gli italiani che preferiscono lo smart-working pensano che faccia bene all'ambiente, consenta di dedicarsi meglio alla vita privata e di ottimizzare il proprio tempo, anche se c'è il rischio dell'isolamento sociale e della sedentarietà. (Sky Tg24 )
Se in Italia molte aziende hanno iniziato a sperimentare nuovi modelli di lavoro agile come i quattro giorni lavorativi, nelle ultime settimane alcune imprese stanno facendo marcia indietro sullo smart working. (LA STAMPA Finanza)
Lo rende noto la ricerca dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano presentata durante il convegno “Tra Smart Working e Return-to-Office: orientarsi nel labirinto della flessibilità”. Esploso con la pandemia, lo Smart working in Italia è tutt’altro che in declino e nel 2024, il numero di lavoratori da remoto è sostanzialmente stabile toccando i 3,55 milioni contro i 3,58 milioni del 2023 (-0,8%). (Finanza.com)