Renzi corre da solo e punta al 5% “Con Calenda? Dipende da lui”

la Repubblica INTERNO

Italia Viva correrà da sola alle prossime elezioni politiche.

Lo ha annunciato Matteo Renzi in persona: "Al momento assolutamente sì", ha detto ai microfoni del Tg5 rispondendo ad una domanda sulle alleanze da costruire in vista del 25 settembre.

Se non le accettano - ha aggiunto il leader di Iv - abbiamo coraggio, libertà e fantasia per andare da soli"

"Cambieremo idea se qualcuno accetterà le nostre idee. (la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri media

Con il Pd per ora nessuna convergenza, perché "devono chiarirsi loro le idee". Con Azione e +Europa c'è tanta amicizia, ribadita nell'incontro con Calenda di ieri, ma al momento nessuna intesa. (L'HuffPost)

Con Mariastella Gelmini ad esempio, che ha già proposto un incontro al segretario di Azione: “L'agenda Draghi è quello che serve all'Italia. Azione e Più Europa hanno presentato la loro proposta di coalizione per le elezioni del 25 settembre: "Un Patto Repubblicano che riassuma i modi in cui si deve governare questo Paese". (Sky Tg24 )

Le sue condizioni: Draghi premier e porta sbarrata a chi non ha votato la fiducia (M5S, Verdi e Sinistra Italiana). Alessandro Di Matteo (La Stampa)

È stato un incontro tra amici, ma l’amicizia non è sufficiente: bisogna vedere se condividiamo le idee” Dopo aver annunciato a squarciagola di non essere disponibile all'accozzaglia, Calenda ha messo da parte la coerenza e si è detto pronto a salire sul carro dem. (ilGiornale.it)

Il leader di Azione: "Noi pensiamo a un governo Draghi bis con una forte componente riformista e ci candidiamo a far questo, ma un Paese non si può fermare solo ad una persona". "Noi pensiamo a un governo Draghi bis con una forte componente riformista e ci candidiamo a far questo, ma un Paese non si può fermare solo ad una persona. (Sky Tg24 )

Ora è presto”. I confronti a distanza sulla leadership nella possibile coalizione tra Azione e Pd. Borghi: «Non siamo come la destra che litiga sul premier prima ancora di fare le liste». Carlo Bertini (La Stampa)