Facevano prostituire donne straniere, 9 arresti a Catania

Josè Trovato INTERNO

Quest’ultima è stata individuata presso l’abitazione del promotore del sodalizio, e, dopo averla escussa, con la collaborazione di un ente anti-tratta, è stata collocata in una struttura protetta per vittime di tratta.

Un altra persona, di origine bulgara, indagato per i medesimi reati e destinatario della misura cautelare in carcere, risulta al momento irreperibile ed è attivamente ricercato

joint ubicate nei pressi di un bar nella zona della locale stazione ferroviaria, dove le denuncianti erano solite prostituirsi. (Josè Trovato)

Ne parlano anche altre testate

Otto arresti e un obbligo di dimora. Importo derivante da un'attività quotidiana di prostituzione che andava dalle 19 alle 4.30 della notte (MeridioNews - Edizione Catania)

L’operazione é stata denominata “Bokluk” – spazzatura in lingua bulgara – perché gli indagati erano soliti apostrofare con tale espressione le donne sottoposte al loro dominio Un altro soggetto, di origine bulgara, indagato per i medesimi reati e destinatario della misura cautelare in carcere, risulta al momento irreperibile ed é attivamente ricercato. (CataniaNews.it)

“La ragazza – è spiegato dalla Dda – era maltrattata dall’intero sodalizio, che, approfittando dell’estrema vulnerabilità, dovuta alla sua condizione di donna, straniera e affetta da un grave e limitante handicap”. (BlogSicilia.it)

Un gruppo criminale operante a Catania definiva le donne che finivano nella loro rete, subendo sevizie e torture continue per poi essere avviate alla prostituzione, “spazzatura”. Gli arresti. Gli arrestati sono 9 persone, tutte con l’accusa di riduzione in schiavitù e associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione; reati aggravati dalla transnazionalità. (Fidelity News)

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Catania - Otto persone finite in manette - Le giovani vivevano in abitazioni fatiscenti, senza documenti e con pochissimo cibo. Condividi la notizia:. . . . . . Catania – Compravano ragazze dalla Bulgaria al costo di poco più di 6mila euro ciascuna e poi, una volta arrivate in Italia, le costringevano a prostituirsi, riducendole in schiavitù. (Tuscia Web)