Consumi in picchiata, a marzo crollano le vendite al dettaglio





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Redazione Economia
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I dati diffusi dall’Istat non lasciano spazio a interpretazioni: il mercato interno arranca, e il calo dei consumi, ormai strutturale, si riflette nei numeri del commercio al dettaglio. A marzo 2025, le vendite hanno registrato un ulteriore passo indietro, con un -0,5% sia in valore che in volume rispetto a febbraio, mentre su base annua il tonfo raggiunge il -4,2%. Un trend che, sebbene non inaspettato, conferma le crescenti difficoltà delle famiglie, strette tra inflazione e redditi stagnanti.
La flessione ha interessato trasversalmente sia i beni alimentari, scesi dello 0,5% in valore e dello 0,9% in volume, sia quelli non alimentari, che hanno perso rispettivamente lo 0,3% e lo 0,4%. Uniche eccezioni, seppur marginali, i comparti della profumeria, della cura della persona e dei prodotti farmaceutici, che hanno mantenuto una lieve crescita tendenziale. Ma si tratta di voci troppo limitate per controbilanciare il quadro generale, che vede invece il comparto alimentare in particolare affanno, con un calo annuo del 2,8% in valore e del 4,2% in volume.
Le rilevazioni di Confesercenti aggiungono un ulteriore tassello alla fotografia di un settore in crisi. Secondo l’associazione, le piccole superfici commerciali hanno subito una contrazione del 3,1% su base annua, segnando il peggior marzo degli ultimi tre anni. Fabio Tinti, presidente provinciale di Confesercenti Livorno, ha parlato di "misure urgenti" necessarie per sostenere un comparto che, soprattutto nelle realtà locali, rappresenta ancora un pilastro dell’economia.