Scuola: il fantasma della dad sul rientro in presenza

TG La7 INTERNO

Dopo un anno di didattica a distanza uno studente su due in italia è uscito dal liceo senza le necessarie competenze

cronaca. Pesa sulle spalle dell'esecutivo il rapporto piuttosto negativo dell'Invalsi.

(TG La7)

Se ne è parlato anche su altri media

“La DAD è un surrogato della scuola che rischia di produrre effetti indelebili sulle future generazioni. Bisogna che la politica tutta, dal ministro dell’istruzione a quello della salute per passare dal parlamento alle regioni trovino una soluzione affinché sia garantita la scuola in presenza”. (Genova24.it)

Il testo completo di questo contenuto a pagamento è disponibile agli utenti abbonati Veniamo da un anno e più di dad, la famigerata didattica a distanza, ed è comprensibile che si volesse conoscere l’effetto sugli apprendimenti degli studenti. (Il Mattino)

Perché. Così ci affanneremo, ci preoccuperemo e torneremo presto a non parlare di scuola, discettando solo di virus e distanze. (La Nazione)

O ancor peggio parte disuguali tra disuguali a svantaggio della scuola del Sud e delle aree depresse del Paese e delle classi sociali più deboli del Paese. Mancanza di investimenti nei decenni, non omogenea nelle regioni e nelle singole regioni stesse tra province e/o delle aree metropolitane, all’interno di questa scuola si inseriscono le prove Invalsi (Oggi Scuola)

Sempre nel grado 13, il learning loss più alto si registra. in Puglia e in Campania; in Friuli Venezia Giulia e in Veneto i risultati medi, rispetto alla media nazionale 2021,. rimangono comunque più alti, mentre in Puglia e Campania gli esiti medi sono considerevolmente più bassi della media nazionale 2021 (Oggi Scuola)

Le riflessioni sugli strumenti È consapevole che ci sia molto da fare per risalire la china il vicedirettore dell’Ufficio scolastico regionale Bruno Di Palma. Il rischio di dispersione è concreto, soprattutto nei professionali, la scuola avrà bisogno dell’aiuto di tutti, compresi i diversi interlocutori sul territorio» (Corriere della Sera)