Amplifon in rally dopo la trimestrale, ma l’ombra dei cambi pesa sul 2025





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Mentre i mercati europei reagiscono a scossoni alla crisi politica tedesca – dove Friedrich Merz, esponente della CDU, è stato eletto cancelliere al secondo scrutinio, alimentando incertezze – il FTSE Mib chiude in leggero rialzo (+0,22%) a 38.560 punti, in attesa delle indicazioni della Federal Reserve. In questo contesto, Amplifon balza del 7%, riscattando parzialmente il crollo accumulato da inizio anno (-25%), dopo i risultati del primo trimestre che hanno confermato l’outlook 2025 e l’avvio di un buyback da 150 milioni.
I ricavi consolidati, cresciuti del 2,6% a 587,8 milioni, e l’Ebitda rettificato (+3,4% a 140,4 milioni) hanno rassicurato gli investitori. Tuttavia, come ha precisato il cfo Gabriele Galli durante la conference call, le oscillazioni valutarie potrebbero erodere fino al 2% delle vendite nel 2025, pur in assenza di «scenari di particolare volatilità». Un dato che, seppur contenuto, delinea una sfida per il gruppo, attivo in mercati globali. Quanto ai dazi, invece, Galli ha smorzato ogni allarme: «Non rappresentano un elemento di preoccupazione».
Sul fronte strategico, l’amministratore delegato Enrico Vita ha sottolineato come il buyback non intacchi la propensione alle acquisizioni, definendo l’ambiente «favorevole» e i prezzi dei target «interessanti». Una dichiarazione che lascia intendere come Amplifon, nonostante il recente ribasso, punti a consolidare la propria posizione tramite operazioni esterne.